Al Senato ddl Boschi slitta a settembre, accelera la riforma Rai

Al Senato ddl Boschi slitta a settembre, accelera la riforma Rai
9 luglio 2015

di Enzo Marino

La riforma costituzionale slitta a settembre quella della Rai invece potrebbe vedere la luce prima della pausa estiva dei lavori parlamentari al Senato. E’ il quadro che emerge da dalla commissione a Palazzo Madama. L’ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali ha ratificato quanto il ministro Boschi aveva accennato parlando di un voto a settembre. Tempi più lunghi quindi in commissione per l’esame della riforma del Senato: ci saranno ben due settimane tra audizioni e discussione generale e tempo fino al 31 luglio per presentare gli emendamenti. Quindi, come spiega la presidente Anna Finocchiaro, “si comincerà a votare in commissione nella prima settimana di agosto e dunque si andrà in Aula a settembre”. Questo tempo in più serve anche a rasserenare il clima tra le varie forze politiche e non a caso dopo l’apertura di Paolo Romani Fi ha votato a favore del calendario sulle riforme.

Intanto al Senato, gli azzurri hanno segnato un altro punto vedendo approvati alcuni emendamenti alla riforma della Rai. E’ Gasparri a spiegarne il senso: “Per la designazione del presidente resta il meccanismo della ratifica con un quorum qualificato dei due terzi della Commissione parlamentare di vigilanza. Rimane quindi la figura di un presidente di garanzia. Per quanto riguarda le nomine principali della Rai è stato inserito un emendamento del relatore che prevede un parere obbligatorio del Cda, che non viene più esautorato come intendeva fare in una prima fase il governo. Inoltre, il parere per le nomine più importanti diventa vincolante quando viene espresso da una maggioranza dei due terzi del Cda”. Soddisfatto anche il relatore Raffaele Ranucci: “Abbiamo fatto un buon lavoro in commissione accogliendo alcuni emendamenti delle opposizioni e domani saremo in grado di concludere”. Anche se il patto del Nazareno non c’è una nuova forma di collaborazione tra la maggioranza e Fi potrebbe portare al governo un duplice vantaggio: da un lato, sul fronte delle riforme avere un appoggio numerico per non restare ostaggio delle richieste della minoranza Pd e dall’altro portare in porto la riforma della governance Rai senza troppi danni e di sicuro senza passare per il rinnovo del Cda con la legge Gasparri, argomento al quale comunque il governo non sembrava disposto a cedere, forte dei precedenti secondo i quali è possibile prorogare il consiglio attuale fino a quando la nuova legge non sarà operativa.

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