Alan Kurdi approda a Taranto, ora scatta il rinnovo Memorandum

Alan Kurdi approda a Taranto, ora scatta il rinnovo Memorandum
Nave Ong Sea Watch "Alan Kurdi"
1 novembre 2019

Taranto e’ pronta ad accogliere gli 88 migranti della ‘Alan Kurdi’. “Si e’ appena conclusa la procedura di ricollocazione dei migranti presenti sulla Alan Kurdi, attivata sulla base del pre-accordo raggiunto nel corso del vertice di Malta. La Germania e la Francia accoglieranno 60 migranti, il Portogallo 5 e l’Irlanda 2. E’ stato quindi indicato in Taranto il porto di sbarco”, rende noto il Viminale.

E così dopo che l’Alan Kurdi aveva sfidato il divieto entrando nelle acque territoriali italiane in attesa di un porto, è arrivata la notizia dal Viminale. Da sette giorni in mare la nave ha a bordo 88 migranti. Due donne sono state evacuate dalla guardia costiera italiana. Ancora, la drammatica contabilita’ di chi paga con la vita la traversata conta nuove vittime: i cadaveri di due migranti sono stati recuperati su un barchino alla deriva al largo della Sardegna. I carabinieri ipotizzano che l’imbarcazione sia stata messa in mare da una nave madre. Intanto, in attesa che domani scatti il rinnovo del Memorandum di intesa sui migranti tra Italia e Libia, il Pd lavora alla modifica dei dl sicurezza. “Vogliamo recepire le indicazioni del presidente Mattarella, come ha spiegato bene anche il ministro Lamorgese. Vorremmo verificare se ci sono gli spazi anche per modifiche piu’ incisive”, ha detto il vicecapogruppo del Pd alla Camera, Enrico Borghi.

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E si lavora anche per introdurre correttivi all’accordo firmato nel febbraio 2017 con la Libia: dem e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sono in pressing per migliorare in testo contestato, non solo dalle ong, per le violazioni ai diritti umani. Occorre “rafforzare le condizioni per i migranti, migliorarle di molto sia nei centri sia nella gestione dello sbarco, quando la Guardia Costiera li salva in mare. E’ un lavoro che stiamo facendo con Unhcr e Oim”, ha detto Di Maio. La Alan Kurdi ha soccorso sabato scorso 88 migranti, intervento contrastato dalla guardia costiera libica che avrebbe usato anche le armi, ha denunciato Sea Eye. “E’ questo il cosiddetto cambiamento di rotta del nuovo governo italiano? Annunciare una soluzione e poi rimangiarsi immediatamente la parola?”, accusava prima del via libera del Viminale, Gordon Isler, responsabile della ong. Per la ministra dell’Interno Lamorgese “non siamo di fronte ad alcuna invasione: basti pensare che nel 2019 gli arrivi sono stati circa 9.600 rispetto ai 22mila di tutto il 2018”.

La ministra riconosce che a settembre c’e’ stato un aumento degli arrivi, “ma e’ riconducibile soprattutto all’aumento degli sbarchi autonomi”. Per Salvini, invece “il ministro dimostra di non conoscere nemmeno i dati ufficiali affermando che gli sbarchi sono aumentati solo a settembre: sono invece cresciuti sia a settembre (2.498 contro i 947 del 2018) che a ottobre (2.015 contro i 1.007 di un anno fa), ovvero da quando c’e’ lei”. Sul Memorandum con la Libia, Lamorgese assicura che si lavora per modificarlo: occorre sostenere i rimpatri volontari assistiti e “vanno svuotati i centri libici attraverso i corridoi umanitari europei”. Secondo Davide Faraone (Italia Viva) va avviato “un nuovo negoziato con il governo libico e con l’Europa per definire interventi umanitari che consentano un piano di evacuazione delle persone detenute nei centri governativi e un dispositivo di soccorso in mare europeo coordinato dalle ong che operano nel Mediterraneo”. Sul tavolo del Governo c’e’ anche la modifica dei decreti sicurezza di Salvini. Saranno ‘corretti’ entro fine anno, assicura Lamorgese. Intanto, Openpolis fa un bilancio ad un anno dal primo dl, quello che ha eliminato la protezione umanitaria. I dinieghi della richiesta di asilo sono saliti all’80%, i rimpatri sono fermi e continua cosi’ a crescere il numero di irregolari: saranno 680mila entro il 2019 e supereranno i 750mila a gennaio del 2021 (erano 491mila nel 2017).

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