Altra tegola per Renzi, Cofferati lascia il Pd. Cuperlo: “Una ferita”

Altra tegola per Renzi, Cofferati lascia il Pd. Cuperlo: “Una ferita”
17 gennaio 2015

di Maurizio Balistreri

E’ bastato soltanto l’annuncio ed è subito scoppiata la guerra. In casa Pd non c’è mai pace. Per il segretario Matteo Renzi arriva un’altra tegola.”Esco dal Pd e non lo faccio per fondare un altro partito”, annuncia l’europarlamentare Sergio Cofferati che non riesce a digerire la sconfitta alle primarie per la presidenza della Regione Liguria. Cofferati, in sostanza, denuncia “l’inquinamento” della consultazione da parte del centrodestra e il collegio dei garanti, dopo aver esaminato le segnalazioni di irregolarità ricevute e che hanno annullato il voto in 13 seggi. Poi, l’ex segretario della Cgil, sferra un colpo basso al premier. “In un partito che non dice nulla di fronte a fatti di questo genere – chiosa – io non posso più restare. E’ una decisione difficile e dolorosa”.

CUPERLO Apriti cielo. A cavalcare l’onda in prima fila c’è Gianni Cuperlo, Pd, esponente della minoranza del partito di Renzi. “L’uscita di Sergio Cofferati dal Pd è una ferita per chiunque abbia creduto con passione alla costruzione di una grande forza della sinistra – afferma -. È sbagliato e offensivo liquidare la decisione di Cofferati come una reazione stizzita all’esito delle primarie in Liguria. E farebbero bene i vertici del mio partito a tacitare reazioni improntate a questo tenore”. In sostanza, per Cuperlo, “nelle parole di Cofferati c’è la denuncia non solo di un malcostume, ma di una mutazione della identità del Pd”.

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SEL “Immaginiamo che la scelta odierna di Sergio Cofferati, sia stata davvero dolorosa e difficile. E la rispettiamo – afferma il coordinatore nazionale di Sinistra Ecologia Libertà, Nicola Fratoianni -. E’ evidente che quanto avvenuto nelle primarie della Liguria, al di là delle possibili irregolarità e dei possibili reati compiuti, c’è un problema politico gigantesco di cui la scelta di Cofferati è solo un segnale: una ribellione politica di parte del Pd di fronte alla scelta di mutare la natura del centrosinistra, esportando il modello delle larghe intese anche sul territorio, imbarcando vecchi arnesi del berlusconismo e la destra più spregiudicata”.

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