Apre a Mosca il museo GES-2 disegnato dall’archistar Renzo Piano

Apre a Mosca il museo GES-2 disegnato dall’archistar Renzo Piano
4 dicembre 2021

Si chiama GES-2 ed è un nuovo museo russo dedicato all’arte contemporanea. Si trova a Mosca, nel distretto di Yakimanka, ma parla anche italiano; è stato, infatti, disegnato dall’archistar Renzo Piano, è diretto da Teresa Iarocci Mavica e fa parte della fondazione VAC, a sua volta diretta dal critico italiano, Francesco Manacorda. “Sarà bello avere una istituzione che la gente di Mosca ama e ritiene necessaria – ha detto quest’ultimo – l’idea è portare l’arte contemporanea della Russia e fuori della Russia a stretto contatto e poi creare un triangolo di dialogo con il pubblico”.

Il museo è stato finanziato dall’oligarca russo Leonid Mikhelson, patron della Novatek. Ci sono voluti 7 anni di lavori per restaurare i locali di una ex centrale elettrica dei primi del ‘900, dismessa nel 2014; circa 30mila metri quadri su 4 livelli, diventati ora la casa della cultura, con bar, ristoranti, cinema, zone per i concerti e soprattutto tante sale espositive. Il programma della stagione 2021-2022 è partito con la mostra intitolata “Santa Barbara” dell’artista islandese Ragnar Kjartansson, ispirata a una serie televisiva americana andata in onda in Russia subito dopo la caduta dell’Unione Sovietica e che rappresentò un guado tra comunismo e cultura capitalista.

“Ho trovato molto interessante l’idea che questa soap opera americana fosse così importante nell’era post-sovietica da creare una sorta di aspirazione capitalista per le persone che vivevano nel comunismo – ha detto l’artista – anche per il semplice fatto che Santa Barbara sia uscita in TV solo una settimana dopo la caduta dell’Unione Sovietica. E Santa Barbara era una specie di nuova Russia che poi è diventata la Russia in cui siamo oggi”. “Certo – ha concluso – la libertà artistica in Russia è diversa, io vengo dall’Islanda dove siamo completamente liberi. È complicato ma io ho il lusso di essere islandese: vengo qui a lavorare ma posso sempre tornare a casa”.

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