Astronomia, “occhio” italiano per il telescopio gigante E-Elt

Astronomia, “occhio” italiano per il telescopio gigante E-Elt
17 maggio 2015

European Extremely Large Telescope2

Lo European Southern Observatory (Eso) ha affidato all’Inaf la realizzazione di Maory, uno dei primi tre strumenti che equipaggeranno lo European Extremely Large Telescope, il gigantesco telescopio da 39 metri di diametro in costruzione sulle Ande cilene. Il Finance Committee dell’Eso – spiega Media Inaf, il notiziairo dell’Istituto nazionale di Astrofisica – ha infatti firmato ieri presso la sede di Monaco in Germania il contratto per la realizzazione del “Multi-conjugate Adaptive Optics RelaY” (Maory), uno dei primi tre strumenti che equipaggeranno l’E-Elt. L’Inaf, che guida il progetto Maory, riceve così un finanziamento di 18,5 milioni di euro per costruire un componente fondamentale del telescopio, che permetterà di sfruttare appieno le potenzialità del suo gigantesco specchio principale. Maory è infatti un sofisticato sistema di ottica adattiva multiconiugata, pensato per annullare gli effetti negativi sulle riprese astronomiche prodotti dalla turbolenza atmosferica e restituire immagini con un altissimo livello di dettaglio.

“E’ un altro gran bel successo per l’astronomia italiana e per l’Inaf – commenta Giovanni Bignami, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica – Maory è uno strumento che siamo riusciti ad ottenere anche grazie al finanziamento del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca tramite un progetto premiale Inaf biennale, che ha permesso di supportare il team scientifico italiano coinvolto nello sviluppo del sistema di ottica adattiva per E-Elt. Dal punto di vista globale, il ritorno con questo contratto per l’Inaf e ovviamente per l’industria italiana è ben maggiore di quello che abbiamo investito, e anche di questo ne siamo molto fieri”. Maory sfrutta una costellazione di stelle artificiali prodotte tramite raggi laser puntati verso il cielo. Il suo sensore di fronte d’onda, lo Lgs Wave Front Sensor, analizza la luce di queste stelle artificiali che, da circa 90 km di altitudine, torna a Terra. Osservando oltre le stelle artificiali anche alcune sorgenti celesti naturali, lo strumento riconosce le deformazioni sulle onde luminose indotte dalla turbolenza degli strati d’aria presenti sopra il telescopio e quindi impartisce in tempo reale i comandi per modellare opportunamente gli specchi di Maory e restituire così riprese astronomiche praticamente perfette. Questi specchi adattivi sono basati sulla tecnologia “voice-coil motor”, sviluppata nell’ambito di una collaborazione tra Inaf e l’industria italiana.

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