Balletto Carmen, Abbagnato protagonista. “Felice di tornare a Palermo, ma la mia vita oramai è a Roma”

18 marzo 2014

È felice “di avere l’opportunità di tornare a Palermo” Eleonora Abbagnato, protagonista domani del balletto Carmen, coreografia di Amedeo Amodio al Teatro Massimo. “Lo sapete – ha detto durante la presentazione dell’evento, terzo appuntamento della Stagione 2014 del Massimo – ho lasciato la mia città giovanissima, seguendo Roland Petit, per andare al Balletto di Marsiglia, ma è stata la mia fortuna. Se non mi avesse scoperto allora Petit, oggi magari, non sarei qui, non avrei seguito i miei sogni. Ma sono sempre contenta di poterci tornare”. Certo, ora che il marito, il calciatore Federico Balzaretti, è passato alla Roma e non è più al Palermo, “è più difficile tornare nella mia città, ormai la mia vita gravita più attorno a Roma – continua la ballerina, etilene dell’Operá di Parigi, e quindi impegnata nella stagione di danza dell’istituzione francese – ma sono pronta a far parte di qualsiasi progetto possa riportarmi qui”, ha concluso guardando sorridendo, e insistentemente, verso il Commissario della Fondazione Carapezza, il quale si è detto “pronto ad ogni suggerimento” per avere la stella nazionale sui palcoscenici siciliani e palermitani. Anzi, Carapezza ha avanzato la possibilità di una circuitazione estiva di Carmen, come “esempio di una programmazione ideale di collaborazione tra le istituzioni culturali dell’isola” per superare l’attuale empasse in cui esse si trovano.

Parlando di Carmen Eleonora Abbagnato spiega che “nonostante il biondo dei capelli, che può dare un’idea di angelico, c’è molto di Carmen in me. Chi mi conosce lo sa”. E come l’eroina di Bizet e Merimee, l’etoile siciliana ama la libertà, in particolare la libertà di espressione ed espressiva. Ecco perché lavorare con Amedeo Amodio ha rappresentato per lei un’esperienza particolare. “Ho già avuto modo di lavorare con Amedeo – ha raccontato – in occasione del Romeo e Giulietta montato per il Teatro di Verdura, sempre a Palermo. Ed ho avuto quindi modo di apprezzare il suo modo di lavorare la libertà che concede ai ballerini di esprimersi e di esprimere ciò che sentono del personaggio che rappresentano. Certo Giulietta è molto differente da Carmen, e quindi ho, nei quattro giorni di prove trascorsi all’Operá di sperimentare maggiormente quanto apprezzato nel precedente incontro”. Per Eleonora Abbagnato Carmen è un personaggio cui è molto legata anche perché è al termine di una recita della Carmen firmata da Roland Petit – “totalmente differente da questa” – che è avvenuta la sua consacrazione a étoile dell’Opèra. “Carmen si presta a molteplici letture – sottolinea l’étoile – direi che è inesauribile”.

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Amedeo Amodio ha ricordato alcune fasi della messa in scena e della sua coreografia, nata 20 anni fa per l’Aterballetto, la compagnia creata da Amodio negli anni ’80 e divenuta un faro nella coreografia moderna, in Italia e all’estero. “Ah, Carmen! Ma Carmen adorée – ricorda Amedeo Amodio – “Sulle ultime note dell’opera si chiude il sipario. In palcoscenico inizia lo smontaggio delle scene. A poco a poco o il personale e quanti altri hanno assistito allo spettacolo da dietro le quinte vengono catturati dai fantasmi del dramma appena trascorso e man mano, un gesto, uno sguardo, un oggetto, li spinge ad immedesimarsi in ognuno dei personaggi; per puro caso. È dunque per puro caso che Don José incontra Carmen, che rappresenterà per lui l’unico momento di vita autentica, intensa, ma anche quello della morte. A questo punto tutto è stabilito, meno il percorso o il labirinto dei due destini ormai indissolubilmente legati. Così si potranno creare accostamenti scenici imprevedibili e surreali, ma sempre volti verso un’unica fine. Sarà comunque Carmen, profondamente consapevole dell’ineluttabilità del momento finale, a condurre il gioco trasgressivo ed eversivo, in un impossibile tentativo di sfuggire alla sua sorte. La scena, come la musica, si svuota durante lo svolgimento del racconto, fino a rimanere, nel momento finale, completamente scarna, desolata ad esprimere la “solitudine tragica e selvaggia” di una donna che, sin dall’inizio, cerca di affermare il proprio diritto alla vita e alla libertà”.

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Carmen (19-25 marzo) nella coreografia e regia di Amedeo Amodio sulle musiche dell’opera di Georges Bizet (adattamento e interventi musicali originali di Giuseppe Calì) vede accanto ad Eleonora Abbagnato (19, 20, 21 e 23 marzo) Nicolas Le Riche (Don José) étoile internazionale sempre dall’Opéra de Paris, compagnia da cui arriva anche Alexandre Gasse (Escamillo), quindi Ashley Bouder (Micaela) principal dancer del New York City Ballet. Una coreografia nata nel 1995 per Aterballetto, poi riproposta in numerosi teatri nel mondo fra cui la Scala e che arriva per la prima volta in Sicilia nella interpretazione del Corpo di ballo del Teatro Massimo.

Sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo debutta il russo Mikhail Agrest, bacchetta emergente del Teatro Marijnsky di San Pietroburgo; le scene e i costumi sono firmati da Luisa Spinatelli, le luci da Bruno Ciulli. È una produzione realizzata in collaborazione con Daniele Cipriani Entertainment.
Il 22 e 25 marzo, nei ruoli principali, isi esibiranno Flavia Stocchi (Carmen), Alessandro Cascioli (Don José), Giorgia Calenda (Micaela) e Riccardo Riccio (Escamillo), solisti emergenti del Corpo di ballo del Massimo.

 

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