Baudo, l’ultima verità: dieci milioni in eredità e un testamento che divide
Tra i beneficiari, anche la storica assistente. Spuntano avvocati e possibili donazioni segrete. Il testamento svela retroscena inediti sulla vita privata del re della TV.
Pippo Baudo
Un’eredità che racconta più di un patrimonio: narra una vita, una carriera, un’epoca. Il testamento di Pippo Baudo, scomparso lo scorso 16 agosto al Biocampo di Roma, è stato aperto ieri nello studio del notaio Renato Carraffa a Bracciano. Un momento solenne, carico di emozione e simbolismo, che ha visto riuniti i figli Alessandro e Tiziana, nati da due relazioni diverse, e Dina Minna, l’assistente che per 36 anni è stata l’ombra discreta e instancabile del conduttore.
Baudo, volto iconico della televisione italiana, ha condotto 13 edizioni del Festival di Sanremo, diventando una figura centrale nel panorama culturale del Paese. Il suo testamento, secondo quanto riportato da Il Messaggero, ha diviso il patrimonio in tre parti quasi uguali, destinandole ai suoi due figli e alla storica collaboratrice. Un gesto che riflette la sua visione della famiglia, allargata e affettiva, e il riconoscimento profondo verso chi ha condiviso con lui il dietro le quinte della sua lunga carriera.
Un patrimonio milionario tra Lazio, Sicilia e Sanremo
Oltre all’affetto, Baudo lascia anche beni materiali di grande valore. Tra le proprietà immobiliari, spiccano residenze nel Lazio e in Sicilia, terre che hanno segnato la sua biografia e il suo immaginario televisivo. Ma il cuore dell’eredità è rappresentato da un tesoro accumulato negli anni: almeno dieci milioni di euro, frutto dei compensi ricevuti per le sue tredici conduzioni del Festival di Sanremo, con cachet che si aggiravano intorno agli 800mila euro per edizione.
La lettura del testamento ha rivelato anche la possibile presenza di lasciti a due avvocati, legali di fiducia del presentatore, che hanno presenziato alla cerimonia. Non si escludono, inoltre, donazioni a enti benefici, in linea con la discreta generosità che Baudo ha sempre manifestato lontano dai riflettori.
Il Teatro delle Vittorie, dove è stata allestita la camera ardente, ha visto sfilare centinaia di persone. Tra loro, Dina Minna e Tiziana Baudo hanno accolto con compostezza e gratitudine chi ha voluto rendere omaggio a un uomo che ha saputo trasformare la televisione in racconto nazionale.
Oltre il testamento: l’eredità culturale di un protagonista
L’apertura del testamento non è solo un atto notarile, ma un passaggio simbolico che chiude un capitolo della storia televisiva italiana. Pippo Baudo non ha lasciato solo beni e denaro: ha lasciato un modo di fare spettacolo, una grammatica dell’intrattenimento, una capacità unica di leggere il Paese attraverso il piccolo schermo.
La sua eredità culturale è forse la più difficile da quantificare, ma anche la più duratura. In un momento in cui la televisione cerca nuove identità, il ricordo di Baudo diventa un punto di riferimento, un modello, una sfida. E il suo testamento, con quella divisione equa e affettuosa, è l’ultimo gesto di un uomo che ha sempre saputo mettere in scena la vita.
