Berdini e Stadio destini incrociati, Raggi non decide. E Roma ancora non riparte

Berdini e Stadio destini incrociati, Raggi non decide. E Roma ancora non riparte
13 febbraio 2017

Nulla di fatto, almeno per oggi, nella trattativa incrociata della Giunta Raggi che vede la sindaca della Capitale impegnata, da un lato, a negoziare con l’As Roma e i costruttori sul futuro del nuovo Stadio della società di calcio, e dall’altra a capire come sostituire l’anarchico assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, nemico numero uno del progetto nella sua forma attuale, sul quale sa di non poter più contare. La Giunta pentastellata ha bisogno che il rimpastino non si trasformi in empasse amministrativa, come successe dopo l’addio del primo assessore al Bilancio Marcello Minenna, tantomeno nell’ennesima lotta intestina al M5S romano proprio nei giorni clou del dossier stadio.

LA GRANDE OPERA Le premesse per il pasticcio ci sono tutte. Al posto di Berdini al momento sembra non volerci andare nessuno. Tutte le proposte a esterni sono rimaste sul tavolo della sindaca. Italia Nostra romana, da dove proviene quell’Emanuele Montini che sembrava il più vicino al seggio di Berdini, oggi impallina la Giunta definendo l’impegno preso contro la grande opera da Raggi prima di diventare sindaca come una promessa elettorale. A chi ipotizzava soluzioni interne a Palazzo Senatorio, anche temporanee, la presidente della commissione capitolina all’Urbanistica Donatella Iorio chiarisce che “i consiglieri del M5S fanno i consiglieri”. Nella scala della Lupa salgono, via via, tutti i protagonisti dell’intricato feuilleton Berdini-Tor Di Valle. L’avvocato Luca Lanzalone, che da Genova è arrivato a sostenere la Giunta, un po’ meno Berdini, nella trattativa con i proponenti della Grande Opera, atteso in Campidoglio per riportare sugli avanzamenti del tavolo tecnico sul progetto, un po’ prova a schivare le curiosità, un po’ rimanda il verdetto a domani, all’appuntamento politico fissato per il primo pomeriggio di domani tra la sindaca Raggi, la Giunta e i costruttori.

Leggi anche:
Mattarella vola all'Onu, parlerà in Assemblea e incontrerà Guterres

LA PAZIENZA HA UN LIMITE Che cosa fare dello Stadio, come di Berdini, è una decisione da prendere bene e collettivamente. Anche l’emissario del M5S nazionale, il deputato Alfonso Bonafede, come il vicesindaco Luca Bergamo, interpellati sui due dossier prendono tempo. E’ stata Raggi a dire che si sarebbe presa ancora qualche giorno per decidere su Berdini, e sullo Stadio l’Urbanista è già stato affiancato da Lanzalone e Bergamo nel primo confronto tra Giunta e proponenti dopo lo stop della Conferenza dei Servizi. Raggi, al suo arrivo in Campidoglio stamattina, aveva invitato il suo quasi-ex assessore a mettersi a lavorare, e anche se gli ricordava che “la pazienza ha un limite”. Ha fatto capire che avrebbe spicciato la matassa Tor di Valle prima di aprire un altro fronte con il collega che ha di fatto, e con la benedizione di Genova e Milano, ormai esautorato. Berdini, però, è un simbolo. Un alleato fedele per tanti che nelle periferie romane da anni lottano ad armi impari contro la cementificazione dei loro quartieri.

I GRILLINI Sul suo destino gli stessi consiglieri capitolini, nel vertice di maggioranza con la stessa Raggi ancora in corso, manifestano opinioni diverse. C’è chi vorrebbe tenerlo al suo posto, chi lo vorrebbe fuori dal Comune il prima possibile. I consiglieri regionali Perilli e Barillari, ex componenti del mini-direttorio romano, tornano dopo mesi a Palazzo Senatorio e fanno capire plasticamente che c’è una parte della città pentastellata e non, che non capirebbe l’allontanamento di Berdini e l’abbraccio con i costruttori. Se poi, come sembra, nonostante gli sforzi del tavolo tecnico non si potrà raggiungere – senza far saltare tutto ed esporsi a rovinose penali – che un taglio massimo del 25% alle cubature commerciali del progetto originario, avere Berdini al suo posto a parare i colpi della base del M5S che a queste condizioni assicura battaglia, potrebbe fate davvero comodo. Che scontro ci sarà è evidente dopo l’appello che dall’VIII Municipio si leva addirittura in rime romanesche verso il garante Beppe Grillo: “Beppe, facce votà”, invoca il portavoce M5S Massimiliano Morosini, chiedendo ai vertici del movimento di consultare la base online prima di decidere. “Co ‘o stadio de sta squadra a’o sprofonno er MoVimento arischia de toccacce er fonno”, avverte il portavoce.

Leggi anche:
Presunta truffa ai danni dell'Inps, Procura chiede processo per Santanchè
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti