L’ex premier laburista britannico Tony Blair torna nell’agone politico. Una nuova “missione”, che come primo obiettivo, è quello di convincere i britannici a “sollevarsi” e cambiare idea sulla fuorisciuta dalla Ue. Secondo Blair, i cittadini hanno votato al referendum “senza un’autentica conoscenza dei veri termini della Brexit”. Nel suo mirino la politica del governo conservatore e lo stesso calendario scelto dalla premier May per l’addio all’Europa. “Chi parla di ritiro dall’Europa – dice Blair – vuole sempre una Hard Brexit…o meglio una Brexit a tutti i costi. La nostra sfida sarà far capire alla gente qual’è il costo dell’uscita, mostrare come la decisione di votare per la Brexit sia stata basata su una conoscenza imperfetta dei termini della questione, mostrare in modo semplice da capire cosa accadrà adesso, evidenziare come quanto accadrà causerà seri problemi al paese e alla cittadinanza e trovare il consenso per individuare un modo di sottrarsi a questa folle corsa verso l’abisso”.
LE REAZIONI In precedenza, Blair non ha escluso che gli inglesi possano tornare a votare con un secondo referendum per rivedere la questione della Brexit. Dal canto suo il governo, invece, ha escluso questa ipotesi giudicandola irrealistica. Le parole dell’ex premier hanno gia’ scatenato critiche. Un portavoce di Downing Street ha ricordato che i britannici si sono espressi molto chiaramente il 23 giugno e che “non ci sara’ un secondo referendum”. L’ex ministro, Iain Duncan Smith, acceso sostenitore del Leave, invece ha definito Blair arrogante e profondamente non democratico. Ma Blair non molla. E sostiene che i britannici hanno “il diritto di cambiare idea”. E così chiedera’ al 48 per cento di quelli che votarono per Remain di far sentire la loro voce. “Non e’ il momento di tirarsi indietro, dell’indifferenza o della disperazione, ma quello di levarsi in difesa di cio’ in cui crediamo”.
