Boschi alla Leopolda dopo suspense, parla di riforme non di banche

Boschi alla Leopolda dopo suspense, parla di riforme non di banche
13 dicembre 2015

Nel giorno dei ministri, della sfilata del governo sul palco – c’e’ pure il riservatissimo sottosegretario Claudio De Vincenti (che ammette: “Non sono della generazione Leopolda ma Renzi aveva ragione, l’Italia ne aveva bisogno) – la kermesse renziana e’ caratterizzata dall’attesa per Maria Elena Boschi. Assente ieri, al debutto della tre giorni, “giustificata” da un tweet: “Finiamo la legge di stabilita’ e arriviamo”. La “madrina” della manifestazione, “assediata” in questi giorni per la vicenda BancaEtruria, arriva nell’ex stazione granducale alle 17.27 di ieri dopo un “giallo” di alcune ore, non completamente smorzato dall’annuncio ufficiale che sarebbe stata lei a chiudere la giornata. La Boschi sale sul palco intorno alle 18.20, sorridente e un po’ commossa – camicetta con ricami sui toni del nero e del beige, gonna e stivali -, e’ un “tornare a casa”: “Vi voglio bene”. Non una parola sull’affaire banche. Le tre domande del pubblico (e lei sorridendo ringrazia per “la clemenza della corte”) giocano sui terreni di sua stretta competenza della riforma costituzionale, della legge elettorale e delle proposte di riforma scaturite nelle passate edizioni della Leopolda e diventate legge o ora all’attenzione del Parlamento. Come quella sulle unioni civili che, rilancia il ministro, “dobbiamo fare diventera’ realta’”.

Sul fronte banche la scelta sembra chiara: innanzitutto “esserci” alla Leopolda, dire “eccomi, sono a casa”, rivendicare quanto fatto in un anno e non dare fiato alle polemiche lasciando che al problema sia il governo a dare una risposta: cosa che avverra’ gia’ domani, sul piano tecnico con l’intervento del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e su quello politico con il discorso conclusivo di Renzi, che ieri e’ rimasto per tutto il giorno nel “backstage”, salendo sul palco solo una volta, a fine mattinata, per lanciare la candidatura a sindaco di Plati’ di Anna Rita Leonardi e il think tank renziano “Volta” guidato da Giuliano da Empoli. Oggi, invece, il premier rispondera’ colpo su colpo agli attacchi ma soprattutto difendera’ e rilancera’ lo spirito della Leopolda. E dara’ un segnale: incontrera’ una delegazione dei risparmiatori che proprio domani protesteranno contro il dl salva-banche. Intanto, l’unico riferimento alla questione la Boschi lo fa aprendo il suo intervento: “Finalmente ci sono e mi scuso per il ritardo anche perche’ ho letto ricostruzioni molto fantasiose e anche divertenti, in realta’ ero semplicemente a fare il mio lavoro. Stiamo lavorando sulla legge di Stabilita’ e il ministro per i Rapporti con il Parlamento sta li'”. Finito il “question time” non concede un minuto di piu’ e lascia la Leopolda senza incontrare i giornalisti. Tutto questo mentre Roberto Saviano – che l’altro ieri aveva chiesto le dimissioni della ministra adombrando un conflitto di interessi visto che il padre e’ stato per otto mesi vicepresidente di BancaEtruria – ieri ha rilanciato, su Facebook, le accuse. E sul banco degli imputati c’e’ proprio il silenzio.

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“Se il ministro Boschi dovesse rifiutare spiegazioni – ha attaccato lo scrittore -, restando al suo posto nonostante il pesante coinvolgimento della sua famiglia in questa gravissima vicenda che avra’ probabilmente sviluppi giudiziari (come potrebbe non averne?), vorra’ dire che nulla e’ cambiato, la Leopolda e’ una riunione di vecchi arnesi affamati, resi piu’ accettabili dalla giovane eta’ e dall’essere venuti dopo Berlusconi, e il Pd un’accolita che difende i malversatori a scapito dei piccoli risparmiatori”. Non sono mancate, invece, come del resto da venerdì pomeriggio in poi, le risposte dei ministri e dei colleghi dem: tutti, minoranza compresa, a fare quadrato sul ministro. “Non riesco a capire dove sia il conflitto di interessi, perché quello che ha fatto il governo e’ stato salvare 4 banche, non le dirigenze, ma coloro che ci lavorano e tutti i correntisti”, osserva Roberta Pinotti. “Maria Elena – aggiunge Dario Franceschini – e’ una persona rigorosa e trasparente. Il conflitto di interessi e’ una cosa precisa, quindi mi sembra assolutamente fuori luogo associare l’autorevolezza acquisita in altri campi per emettere sentenze senza fondamento”. A difendere la Boschi, dalla convention della sinistra Pd a Roma, anche Pier Luigi Bersani: “Il ragionamento di Saviano e’ giusto in generale, ma sulla Boschi esagera”.

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