Bruxelles, nuova maggioranza europeista in alto mare. Weber: insistiamo su Spitzenkandidat

Bruxelles, nuova maggioranza europeista in alto mare. Weber: insistiamo su Spitzenkandidat
Manfred Weber e Donald Tusk
19 giugno 2019

Sono ancora in alto mare le discussioni fra le quattro forze politiche che stanno tentando di dar vita alla nuova maggioranza europeista all’Europarlamento (Popolari, Socialisti, Liberali e Verdi), in grado di eleggere il futuro presidente della Commissione europea. Ne hanno preso atto, a Bruxelles, i leader delle componenti di questa ipotetica maggioranza durante una riunione della Conferenza dei capigruppo dell’Assemblea, a cui ha è stato invitato anche il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk.

La riunione doveva servire, nelle intenzioni originarie, a dare già a Tusk le indicazioni di massima sul programma comune e sull’esistenza di una solida maggioranza a quattro, in modo che i capi di Stato e di governo ne potessero tenere conto durante il Consiglio europeo del 20 e 21 giugno, magari designando già un candidato presidente della nuova Commissione che rappresentasse bene quel programma. Ma la conferenza dei presidenti, in realtà è servita solo al capogruppo del Ppe per insistere con Tusk nella richiesta di accettare di designare il “candidato capolista” (“Spitzenkandidat”) che sarà indicato dalla maggioranza del Parlamento europeo; mentre il capogruppo dei Verdi, Philippe Lamberts, ha chiesto più tempo a Tusk, prendendo atto della realtà di una discussione programmatica in cui i gruppi politici, nella maggior parte dei temi, “non hanno neanche cominciato a convergere”.

“Non ci siamo ancora, e non siamo neanche vicini”, ha detto Lamberts, riferendosi all’attività dei cinque “working group” che dovevano far convergere le posizioni verso priorità comuni. I working group, in cui siedono i rappresentanti di ciascuno dei quattro partiti “europeisti”, stanno lavorando rispettivamente su ambiente e clima, sulle politiche economiche e sociali, sull’innovazione e la digitalizzazione, sulla difesa dello stato di diritto e della democrazia e le politiche migratorie, sulle relazioni esterne e la difesa comune, “sono ancora indietro”, ha lamentato Weber, riferendo di aver suggerito a Tusk di “non precipitarsi” a concludere il negoziato sulle nuove nomine. “Bisogna lasciare al Parlamento europeo il tempo di completare questo processo, che è già di per sé una bella sfida, visto che è la prima volta che viene fatta una discussione programmatica di questo genere”, ha spiegato il capogruppo dei Verdi.

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“Il ‘casting’ (ovvero l’indicazione delle nomine, ndr) deve riflettere la maggioranza programmatica, e siccome non ci siamo ancora e ci vuole una maggioranza stabile, occorre ancora tempo”, ha detto ancora Lamberts. “Spero – ha aggiunto – che vi sia un accordo programmatico a quattro la settimana prossima; altrimenti sarà a tre, senza di noi. Ma se si sta parlando di programmi – ha concluso Lamberts – è solo perché ci sono i Verdi; altrimenti si parlerebbe solo di ‘casting'”. Manfred Weber, capogruppo (appena riconfermato) e “Spitzenkandidat” del Ppe, ha dato una lettura molto diversa da quella del capogruppo dei Verdi, minimizzando contrasti e difficoltà. “Stiamo dialogando, stiamo negoziando, Tutti vogliono raggiungere un risultato, essere pronti a dare risposte, l’atmosfera è positiva”, ha detto ai giornalisti che lo attendevano al termine della riunione della Conferenza dei presidenti.

La riunione, ha continuato Weber, ha confermato la linea del sostegno al metodo degli “Spitzenkandidat”: “La democrazia europea è basata sulle maggioranze parlamentari, e noi insistiamo sui candidati capilista. E questa non è solo una priorità del Ppe, ma anche di altri partiti. Questo – ha sottolineato – è il messaggio che abbiamo dato a Tusk”. La cosa più importante riguardo alla tempistica, ha detto ancora il capogruppo Ppe, è che “dobbiamo dare risposte prima della seduta costitutiva della nuova legislatura del Parlamento europeo”, all’inizio di luglio. “Tutti sanno – ha osservato – che abbiamo un compito complesso davanti a noi. Tutti concordiamo che dobbiamo tenere conto dell’equilibrio di genere e dell’equilibrio geografico nel pacchetto delle nomine. Questi sono i criteri: tutti sappiamo che non è facile, ma tutti sappiamo che dobbiamo produrre risultati”, ha concluso Weber. askanews

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