Insulti a Oriali Allegri multato da 10mila euro. Il giudice sportivo: “Atti provocatori e frasi offensive”
Massimiliano Allegri
Niente panchina forzata, ma il portafoglio si alleggerisce. Massimiliano Allegri, allenatore del Milan, è stato sanzionato dal Giudice Sportivo con una multa di 10.000 euro per il comportamento tenuto durante la semifinale di Supercoppa Italiana persa contro il Napoli. La decisione di Gerardo Mastrandrea arriva dopo le indagini degli ispettori federali e la pesante nota di condanna diffusa dal club partenopeo. Per il magistrato sportivo, Allegri ha “assunto un atteggiamento provocatorio” rivolgendosi con “espressioni offensive” a un dirigente avversario, Gabriele Oriali, collaboratore di Antonio Conte. La squalifica, ipotesi ventilata, è stata invece scongiurata.
Il verdetto chiude – almeno sul piano disciplinare – una delle pagine più accese della stagione, trascinando nella bufera un tecnico noto per il suo aplomb. La sanzione economica, seppur consistente, rappresenta per il club rossonero un esito quasi positivo, che evita di privarsi del proprio timoniere in un momento delicato del campionato. Dal Milan, nelle ore seguenti all’episodio, era calato un silenzio strategico, a sottolineare la volontà di archiviare la questione come uno scontro da campo. Una linea confermata dallo stesso Allegri post-partita.
Le parole pesanti: “leccapiedi” e gli insulti all’età
Ma cosa è esploso realmente nello spazio ristretto della panchina? I retroscena ricostruiti dipingono un clima di tensione latente, esploso al 30° per un fallo di Adrien Rabiot su Matteo Politano non punito con il cartellino giallo. La protesta parte da Antonio Conte (“Ma basta!”), ma è il suo vice, Gabriele Oriali, a scattare in avanti. È lì che Allegri perde le staffe. Secondo quanto riportato dai quotidiani sportivi e confermato dalle risultanze istruttorie, il livornese avrebbe apostrofato Oriali, 67 anni, ex campione del mondo 1982, con l’epiteto “leccapiedi”, accompagnato da riferimenti poco eleganti alla sua età. Un insulto pesante, pronunciato – come sottolinea il Napoli – “alla presenza di decine di persone e in diretta televisiva”.
Le telecamere di Sky, come quelle della Lega, hanno catturato i momenti concitati, anche se l’audio diretto delle frasi non è stato divulgato. Fonti vicine all’ambiente milanista hanno invece raccontato di come Allegri, alla lettura della nota ufficiale di condanna del Napoli, abbia reagito con una risata ironica, quasi a sdrammatizzare. Un atteggiamento che rivela quanto la ferita, per il tecnico, non sia ancora rimarginata. Il Napoli, dal canto suo, non ha usato mezzi termini, definendo l’accaduto una “aggressione, totalmente fuori controllo” e sollecitando la Lega a non far passare inosservato il fatto.
Il caos in panchina e la minaccia negli spogliatoi
La lite non è rimasta confinata a uno scambio verbale tra i due. La situazione è degenerata rapidamente in un caos generale. Secondo la versione dei dirigenti rossoneri presenti, sarebbe stato Oriali, dopo l’insulto iniziale, a provocare ulteriormente Allegri ridendogli in faccia, innescando una reazione a catena. Antonio Conte, paradossalmente, si è trovato a fare da paciere tra il suo storico rivale e il suo braccio destro, mentre dalle due panchine volavano accuse incrociate su ogni decisione arbitrale: dai fuorigioco ai falli, incluso un intervento del portiere Mike Maignan su Politano.
La tensione non si è sopita neppure a gara conclusa. Mentre i giocatori lasciavano il campo, Allegri ha evitato la consueta stretta di mano con Conte, allontanandosi di furia verso gli spogliatoi. È lì che la vicenda ha avuto il suo epilogo più minaccioso. Testimoni riferiscono di aver sentito Gabriele Oriali urlare, tra le pareti del tunnel, una frase che suona come un monito: “Non finisce qui”. Una promessa di rivalsa che getta un’ombra sul possibile futuro confronto tra le due squadre, in campionato o in Coppa Italia.
La richiesta del Napoli e il giudizio finale del magistrato
La decisione del Giudice Sportivo Mastrandrea arriva dopo l’esplicita richiesta di intervento del Napoli. Il club azzurro, nella sua nota ufficiale, aveva chiesto alla Lega di non lasciare che l’episodio passasse inosservato, sottolineando come, con 33 telecamere che riprendevano l’evento, fosse “impossibile non riscontrare quanto avvenuto”. Una pressione che ha indubbiamente influito sull’avvio del procedimento disciplinare, basato sulle relazioni degli ispettori federali e sul referto arbitrale.
Nel valutare la condotta di Allegri, Mastrandrea ha dovuto bilanciare la gravità delle espressioni usate – riconosciute come offensive – con l’assenza di aggressioni fisiche e il possibile contesto provocatorio. L’aver inflitto una sanzione pecuniaria piuttosto che una squalifica suggerisce che, pur condannando senza mezzi termini l’atteggiamento del tecnico, il Giudice abbia considerato l’intera dinamica dello scontro, incluso il comportamento della controparte. Una soluzione che, se da un lato sanziona formalmente Allegri, dall’altro evita di alimentare ulteriormente la polemica con una punizione più severa. Per ora, la pagina è chiusa. Ma l’amarezza tra le panchine, quella, rimane.
