Carcere per le intercettazioni “rubate”, scoppia la polemica

Carcere per le intercettazioni “rubate”, scoppia la polemica
24 luglio 2015

Esplode la polemica sulla delega al governo per una nuova norma sulle intercettazioni, con i deputati del M5s che in commissione Giustizia della Camera espongono cartelli con la scritta “No bavaglio” e il Pd che tenta poi di correggere il tiro. La delega è contenuta nel ddl di riforma del processo penale che andrà in Aula lunedì prossimo a Montecitorio, dopo il via libera della commissione, e che tra l’altro prevede il carcere da 6 mesi fino a 4 anni per la pubblicazione di conversazioni riguardanti persone estranee irrilevanti ai fini delle indagini. Al momento dell’ok della commissione Giustizia di Montecitorio i deputati del Movimento 5 stelle sono insorti, mentre sul blog di Beppe Grillo veniva lanciata la campagna contro la stretta sulle intercettazioni “per difendere la libertà d’informazione” con l’hashtag #NoBavaglio”. Anche secondo Sel “sulle intercettazioni non si scherza, soprattutto di questi tempi”.

Mentre dalla maggioranza è Ap a difendere le norme inserite proprio da un emendamento a prima firma Alessandro Pagano, di Area popolare, per il quale il testo del provvedimento è “equilibrato e bilanciato”, non metterà “alcun bavaglio per la stampa e sarà pienamente garantito il diritto alle indagini dei giudici”. In ogni caso, ha assicurato in serata, siamo disponibili a “miglioramenti”. Si tratta di norme “chiare e di garanzia” anche per il responsabile giustizia del Pd, David Ermini, che però fa sapere che potrebbe arrivare un emendamento in Aula che modifichi le disposizioni approvate. A rafforzare l’ipotesi di cambiare il testo la relatrice del ddl, Donatella Ferranti, presidente della commissione Giustizia, la quale ha parlato di “disponibilità a riflettere su una riformulazione, un aggiustamento dell’emendamento per esplicitarlo meglio e che specifichi che la norma non riguarda chi esercita la sua funzione di interesse pubblico”, affidandosi quindi alla discussione in Aula. La conferma di una riflessione in atto è arrivata infine dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, il quale, in un’intervista, ha ammesso di avere perplessità sull’emendamento Pagano che dovrà essere valutato “nell’impatto complessivo”, perchè il governo non è orientato a “prevedere la galera per i giornalisti”.

Leggi anche:
Accesso abusivo ai sistemi informatici, raddoppiate le pene. Nuovi obblighi Pa
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti