Commissione parlamentare d’inchiesta: ingerenze criminali al Cara Mineo, il centro va chiuso

Commissione parlamentare d’inchiesta: ingerenze criminali al Cara Mineo, il centro va chiuso
8 luglio 2016

GELLI FEDERICO PDC’è il rischio che il 20 luglio prossimo venga attivato un hotspot dentro il Centro di accoglienza richiedenti asilo di Mineo, che invece andrebbe via via ridimensionato e poi chiuso per i problemi legati alla struttura, alla sicurezza e al numero di extracomunitari ospitati. E’ l’allarme lanciato dalla delegazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema di accoglienza di migranti a conclusione di una tornata di audizioni nella prefettura di Catania durante le quali anche i procuratori della Repubblica e Generale di Catania e di Caltagirone hanno lanciato un “appello forte e di grande preoccupazione sull’ipotesi di apertura in un hotspot nel Cara di Mineo”. Per questo, annuncia il presidente Federico Gelli (foto), la commissione chiederà un’audizione urgente del prefetto Morcone. Ma non solo. “Il modello di accoglienza non puo’ essere quello di Mineo in cui vi sono gravi interferenze della criminalita’ e vistose negligenze sull’accoglienza. Il centro a nostro avviso va chiuso, cosi’ come e’ impensabile aprire nel Cara un nuovo hotspot”, tuona Gelli. La struttura del Catanese e’ al centro tra l’altro di un troncone dell’inchiesta Mafia Capitale, che avrebbe accertato una truffa per gonfiare artificiosamente il numero dei migranti e quindi anche dei rimborsi.

La commissione per due giorni e’ stata in visita ispettiva al Cara: ieri sopralluogo nel centro, oggi audizioni dei procuratori di Catania, Caltagirone e Siracusa, prefetto e questore di Catania, amministratori giudiziari delle cooperative che operano nella struttura e una rappresentanza di Medem, i medici che si battono per i diritti umani. “Rispetto a un anno fa – spiega Gelli – sono emersi elementi migliorativi non sufficienti pero’ a rendere il Cara un luogo ottimale per l’accoglienza. Innanzitutto per la dimensione del numero degli immigrati che oggi e’ di 3.359. Abbiamo riscontrato carenze igienico-sanitarie e grandi difficolta’ nel fornire adeguata e corretta accoglienza. I diversi percorsi formativi non sono adeguati a un numero cosi’ elevato”. Gelli si e’ soffermato sulle vicende giudiziarie: “Nel centro continuano ad operare organizzazioni criminali che si occupano di tratta di immigrati e prostituzione creando grandi criticita’ nei servizi. Abbiamo anche recepito l’appello dei due procuratori di Catania e Caltagirone che non ci fanno immaginare come giusta operazione l’apertura del nuovo hotspot. A mio avviso bisogna lavorare perche’ il Cara venga piano piano ridimensionato, senza escluderne, alla fine del percorso, la chiusura”.

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