Dall’Olimpiade al Mondiale: il ciclo d’oro dell’Italia del volley femminile

Le azzurre di Julio Velasco si laureano campionesse del mondo battendo la Turchia 3-2. Egonu decisiva contro Vargas: Italia torna sul trono del volley mondiale dopo 23 anni.

Per la nazionale campione olimpica l’imperativo era chiaro: dimenticare la delusione del passato, voltare pagina e puntare al bersaglio grosso. A Bangkok l’obiettivo è stato centrato grazie a una prestazione di carattere, tecnica e cuore. Non è mancata la tensione, perché di fronte c’era una Turchia ambiziosa e ricca di talento, trascinata da Melissa Vargas, cubana naturalizzata turca, che ha messo a referto 33 punti.

Il duello tra Egonu e Vargas

La partita si è trasformata subito in un confronto diretto tra due fuoriclasse: Paola Egonu, simbolo della rinascita azzurra, e Vargas, l’arma letale del sestetto turco. L’avvio ha visto l’Italia soffrire l’aggressività avversaria, ma nel momento decisivo Egonu ha trovato i colpi vincenti, firmando il break che ha consegnato il primo set alle azzurre per 25-22.

Sembrava l’inizio di una gara in discesa, ma la Turchia ha reagito con forza. Nel secondo parziale le ragazze di Santarelli hanno dominato dall’inizio alla fine, imponendosi 25-13 e rimettendo subito in equilibrio la finale.

Il terzo set ha rappresentato la svolta psicologica della partita: punto a punto fino al 24-24, risolto da due battute vincenti di Egonu che hanno consegnato all’Italia un preziosissimo 26-24.

La Turchia non molla, tutto si decide al tie-break

La reazione turca non si è fatta attendere. Spinta da Vargas, la squadra di Santarelli ha messo in difficoltà la difesa italiana nel quarto parziale, chiudendo 25-19 e portando la sfida al tie-break.

Ancora una volta le azzurre si sono trovate costrette a giocarsi tutto nell’ultimo set, come già accaduto in semifinale. Nei momenti più delicati l’Italia ha però mostrato la sua forza di squadra: la regia lucida di Alessia Orro, i muri di Ekaterina Antropova e le difese instancabili di Myriam Sylla (19 punti e una leadership determinante) hanno fatto la differenza.

Il tie-break si è chiuso sul 15-8 a favore delle azzurre, risultato che ha scatenato la festa tricolore: Italia campione del mondo per la seconda volta nella sua storia.

Un ciclo d’oro per le Azzurre

Questo titolo vale più di una semplice medaglia: arriva al culmine di un ciclo straordinario. Dopo l’oro olimpico a Parigi 2024 e due VNL consecutive, le azzurre hanno completato il percorso con il Mondiale, suggellando una striscia impressionante di 36 vittorie consecutive. “Siamo una squadra che non molla mai — ha dichiarato Paola Egonu al termine della gara — e oggi lo abbiamo dimostrato. Abbiamo sofferto, ma abbiamo vinto insieme”.

La leadership tecnica di Julio Velasco, l’intesa nelle rotazioni, l’equilibrio tra esperienza e gioventù e la capacità di reagire sotto pressione hanno reso possibile questa impresa. Sul piano collettivo, la nazionale ha saputo esprimere intensità in attacco, solidità a muro e una difesa pronta a rimettere in moto la transizione offensiva.

Le reazioni istituzionali e il valore sociale dello sport

Il successo ha suscitato grande entusiasmo anche fuori dal campo. Il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, ha commentato il trionfo sottolineandone il valore simbolico per l’Italia: “Le Azzurre in cima al mondo, dalle Olimpiadi al Mondiale – detto l’esponente del governo Meloni – Le nostre meravigliose atlete d’oro, con il CT Velasco e lo staff tecnico e l’intera famiglia della Federvolley rappresentano l’Italia che sa lavorare insieme, del talento e della determinazione, dell’impegno e della passione, del cuore e della ragione”.

Per il ministro, questo nuovo successo di squadra “mette ancora una volta l’Italia al centro del mondo. Onoreremo la vittoria lavorando sempre più intensamente per lo Sport a scuola, nelle periferie urbane e sociali, accessibile e a beneficio di tutti, a partire dalle famiglie in difficoltà e di chi ne ha più bisogno. Infinitamente grazie”.

Le parole del Ministro evidenziano come un successo sportivo di questo calibro possa essere volano per politiche pubbliche mirate a favore dell’attività fisica, dell’inclusione e del sostegno alle comunità più fragili.

Il bilancio tecnico della finale

Dal punto di vista tattico, la partita ha offerto molte chiavi di lettura: la capacità di Egonu di controllare i momenti decisivi, l’efficacia in attacco di Vargas per la Turchia, la tenuta mentale dell’Italia nei set chiave e la qualità delle ricezioni e transizioni che hanno permesso alle azzurre di costruire punti importanti.

I cambi di ritmo voluti dagli allenatori, la gestione dei time-out e l’interpretazione dei turni di battuta si sono rivelati elementi determinanti. La finale ha mostrato anche come il lavoro collettivo e la profondità della panchina possano fare la differenza nelle partite ad alto livello.

Cosa significa questa vittoria per il movimento

La conquista del Mondiale rafforza la posizione dell’Italia come potenza nel volley femminile internazionale e conferma il valore del progetto tecnico avviato negli ultimi anni. Potrà inoltre avere ricadute positive in termini di visibilità, praticanti e investimenti sulle strutture e sui settori giovanili.

Il cammino dalle Olimpiadi al Mondiale disegna un percorso di eccellenza che resterà negli annali dello sport italiano, costruito su talento, preparazione e una cultura di squadra che ha dimostrato di saper reggere le pressioni più alte.