Biden e Guterres chiedono tregua, ma tra Israele e Hezbollah il conflitto infuria

Biden e Guterres chiedono tregua, ma tra Israele e Hezbollah il conflitto infuria
Joe Biden e Antonio Guterres
25 settembre 2024

Il conflitto in Libano continua ad aggravarsi, portando a un drammatico esodo di civili dal sud del Paese. Secondo le autorità locali, oltre 20 mila persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case, cercando rifugio in aree più sicure. I media locali hanno mostrato immagini di interminabili file di veicoli sulle strade principali, in fuga dai raid aerei che hanno colpito le regioni meridionali.

Beirut ha aggiornato il bilancio delle vittime a 558, tra cui 50 bambini. Tra i morti si contano anche due membri dello staff dell’Unhcr, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati. Il direttore generale dell’Unhcr, Filippo Grandi, ha espresso il suo dolore su X (ex Twitter), condannando i raid aerei israeliani e definendoli responsabili di centinaia di vittime civili. Le operazioni militari di Israele sono proseguite senza sosta. Ben 250 jet dell’Aeronautica israeliana sono decollati tra lunedì e martedì, colpendo obiettivi di Hezbollah, la milizia sciita libanese sostenuta dall’Iran.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha avvertito che il Libano è “sull’orlo del precipizio” durante l’apertura dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Ha descritto la situazione a Gaza come un incubo senza tregua che minaccia di coinvolgere l’intera regione, esortando tutti a essere allarmati dall’escalation. Guterres ha sottolineato che i popoli del Libano, di Israele e del mondo non possono permettere che il Libano diventi un’altra Gaza. Guterres ha condannato fermamente l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre, affermando che “nulla può giustificare” tale atto. Tuttavia, ha anche criticato la punizione collettiva del popolo palestinese, definendo la rapidità e l’entità delle uccisioni e delle distruzioni a Gaza senza precedenti nella sua esperienza come Segretario Generale.

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Ha ricordato che più di 200 membri del personale delle Nazioni Unite sono stati uccisi, molti insieme alle loro famiglie, ma ha lodato il continuo impegno degli operatori umanitari nel fornire aiuti. Infine, Guterres ha chiesto alla comunità internazionale di mobilitarsi per un immediato cessate il fuoco, la liberazione incondizionata degli ostaggi e l’avvio di un processo irreversibile verso una soluzione a due stati. Ha criticato coloro che minano questo obiettivo con ulteriori insediamenti, espropri di terre e incitamenti, chiedendo quale alternativa possa esistere a uno stato unico in cui un gran numero di palestinesi sarebbe privato di libertà, diritti e dignità.

Secondo l’esercito israeliano, i raid erano finalizzati a distruggere arsenali missilistici utilizzati per attaccare il nord di Israele e la città di Haifa, mettendo in pericolo la vita di milioni di residenti. La situazione preoccupa anche la comunità internazionale. Giorgia Meloni, presidente del Consiglio italiano, ha sottolineato l’importanza di un cessate il fuoco durante un intervento all’assemblea generale delle Nazioni Unite. “Israele ha diritto a difendersi, ma una guerra su larga scala non conviene a nessuno”, ha dichiarato, ribadendo la necessità di mantenere la sicurezza delle truppe italiane impegnate nella missione Unifil e chiedendo moderazione da entrambe le parti.

Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha accusato le Nazioni Unite di non adempiere ai propri doveri, affermando che Hezbollah ha “preso in ostaggio il Libano” e criticando il mancato rispetto della risoluzione 1701, che prevede il disarmo del gruppo libanese. Nel frattempo, le forze israeliane hanno intensificato i raid su Beirut, colpendo un edificio nella zona meridionale della città. L’attacco, diretto contro Ibrahim Qubaisi, comandante dell’unità missili di Hezbollah, ha distrutto tre piani di un edificio. Secondo fonti israeliane, Qubaisi era responsabile anche di un attacco nel 2000, in cui furono rapiti e uccisi tre soldati israeliani.

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Il conflitto continua a provocare enormi perdite su entrambi i fronti. Hezbollah ha lanciato 270 razzi contro la Galilea e Haifa, mentre l’esercito israeliano ha distrutto centinaia di lanciarazzi, depositi di armi e droni. In un contesto sempre più incerto, le tensioni internazionali si intensificano: il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha dichiarato che una soluzione diplomatica è ancora possibile, ma ha accusato Hezbollah di aver attaccato Israele senza provocazione. Con l’escalation in corso, molte compagnie aeree internazionali, tra cui Lufthansa, Iberia e British Airways, hanno sospeso i voli verso Tel Aviv, alimentando il clima di incertezza e timore.

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