Dl lavoro, Governo presenta 8 emendamenti

2 maggio 2014

Sono 8 gli emendamenti che il governo ha presentato al Senato al testo del decreto lavoro, frutto della mediazione all’interno della maggioranza rispetto al testo licenziato dalla Camera. ”Lo spirito che ci ha animato – spiega la capogruppo Pd in commissione Lavoro, Annamaria Parente – e’ stato quello di migliorare il testo normativo senza stravolgerlo. Questo per noi e’ il testo finale, piu’ che definitivo. I gruppi della maggioranza non porranno altri emendamenti”. Tra le principali novita’ rispetto al testo della Camera spunta la sanzione amministrativa a carico delle imprese che non rispettano il tetto del 20% dei contratti a termine rispetto a quelli a tempo indeterminato, norme sull’apprendistato e novita’ per i progetti di ricerca sia pubblici che privati. Sono stati inoltre presentati 4 ordini del giorno, due a firma Sacconi (Ncd) e due a firma Ichino (Sc) di orientamento per le circolari che il governo dovra’ emanare, relativi a rinnovi contrattuali, somministrazione, rapporto tra legge e contratti collettivi.

Pd, per noi e’ il testo finale. a Ncd “moderata ma significativa soddisfazione”. Tra le novita’ la multa alle imprese che non rispettano il tetto del 20% dei contratti a termine.

”Emendamenti nella giusta direzione. Si poteva fare di piu’ ma nel governo c’e’ anche il Pd”, scrive su Tweet il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi (Ncd), a commento degli 8 emenamenti a forma del governo presentati al dl lavoro in discussione alla commissione del Senato, in vista dell’approdo martedi’ prossimo in Aula. Conversando con i giornalisti Sacconi ha quindi aggiunto di voler esprimere un ”sincero e significativo apprezzamento, ancorche’ moderato da parte nostra”. ”Abbiamo lavorato perche’ la mediazione del governo non fosse stravolgente rispetto al testo uscito dalla Camera. La proposta del governo e’ sostenuta dalla maggioranza da cui ci aspettiamo comportamenti coerenti. Non vorremmo che si utilizzasse questo provvedimento a scopi elettorali, mettendo a rischio cosi’ il testo del ddl delega, che e’ il vero cuore della riforma. La ‘ciccia’ si trova li”’, ha commentato la senatrice Pd Rita Ghedini. ”Questo provvedimento – ha spiegato Ghedini – deve essere la premessa per il ddl delega, che e’ il vero strumento di riequilibrio degli strumenti e contratti di lavoro, con le tutele universali e le conciliazioni”.

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Le modifiche: multe a chi sfora il tetto dei contratti a tempo

”Il nostro intendimento, nel presentare gli 8 emenamenti al dl lavoro, si e’ mosso nel senso di tre direzioni precise: semplificare la vita alle aziende, cercare che i contratti a tempo determinato abbiano una vita piu’ lunga, spiazzare forme senza assicurazioni sociali, come le partite Iva i co.co.co e cosi’ via”. E’ quanto spiega il sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba (Pd), conversando con i giornalisti in una pausa dei lavori della commissione. Nel merito le proposte di modifica dell’esecutivo al provvedimento ”partono dalla riscrittura del preambolo, con il compito di attribuire al decreto funzione di raccordo con il ddl delega, ricordando che tutti i provvedimenti in esso contenuti hanno come obiettivo il contratto a tempo indeterminato a protezione crescente che sara’ esaminato nella delega” spiega ancora Bobba. Il governo modifica quindi, pur rispettando la validita’ del principio, la sanzione prevista per le aziende che non rispettino il tetto del 20% per il numero dei contratti a tempo determinato rispetto a quelli a tempo indetraminato.

Ora la sanzione non e’ piu’ l’obbligo dell’assunzione a tempo indeterminato, ma diventa di tipo amministrativo, con una multa pari al 20% dello stipendio del 21esimo contratto a tempo determinato per tutta la sua durata, che sale al 50% per gli ulteriori contratti successivi al 21esimo. Significativa novita’ riguarda quindi gli istituti pubblici e privati che operano nella ricerca, per i quali il limite del 20% non vale, proprio in ragione della specificita’ dell’attivita’ svolta. ”E’ una norma sollecitata dal Pd e da Sc ma e’ ampiamente condivisa ed e’ una misura positiva per il governo” ha spiegato Bobba. Esclusi dall’obbligo del tetto del 20% anche le aziende con meno di 5 dipendenti. Per quanto concerne l’apprendistato, si stabilisce che il 20% degli apprendisti deve essere stabilizzato solo per le aziende con oltre 50 dipendenti (non piu’ come prima con oltre 30 dipendenti). Viene inoltre introdotta la possibilita’ per le realta’ territoriali con attivita’ stagionale di utilizzare il contratto di apprendistato a tempo determinato a patto che le regioni abbiano definito un sistema di alternanza scuola-lavoro ed abbia un’offerta formativa certificata. (Asca)

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