Dl Ristori: governo al lavoro, Su lavoro e fisco ipotesi mini-proroghe ‘selettive’

Dl Ristori: governo al lavoro, Su lavoro e fisco ipotesi mini-proroghe ‘selettive’
24 febbraio 2021

Tempi sempre più stretti per il decreto Ristori, il quinquies dall’inizio dell’emergenza Coronavirus. I lavoratori, le famiglie e le imprese sono in attesa dei sostegni che erano stati assicurati dopo il varo delle ulteriori restrizioni ma che, complice la crisi di governo, non hanno ancora visto. Con una scadenza che incombe: il 28 sfuma la proroga decisa dal precedente esecutivo sullo stop all’invio di atti e cartelle del Fisco e, in assenza di novità, riprenderà il primo marzo l’attività ordinaria dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Non è neanche così lontana la fine del blocco dei licenziamenti che termina il 31 marzo, così come la Cig-Covid.

Sul tavolo i 32 miliardi di euro che il Mef ha a disposizione grazie allo scostamento di bilancio già autorizzato dal Parlamento e il lavoro “istruttorio” elaborato dal precedente esecutivo con ipotesi e simulazioni. Sul Fisco, il governo giallo-rosso aveva valutato alcune possibilità senza però giungere a una posizione condivisa. Se per le rate della rottamazione si pensava a un semplice rinvio, per le cartelle c’era l’idea di forme di alleggerimento per consentire una maggiore diluizione nel tempo dei pagamenti (si era parlato di due anni) con ripartenze scaglionate, fino all’ipotesi di ‘forme di abbattimento’ di quanto dovuto.

Non è affatto escluso che l’esecutivo Draghi, nel pieno dei suoi poteri da una sola settimana, possa decidere di seguire la strada di una ulteriore mini-proroga sul fronte ‘atti-cartelle’ per concedersi un po’ più di tempo per affrontare la questione con un intervento più strutturato da varare insieme al pacchetto Ristori. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha tenuto a ricordare ai cittadini che quando l’attività di riscossione riprenderà i contribuenti “potranno avvalersi di alcune agevolazioni” introdotte sull’onda del Coronavirus, in particolare la possibilità di rateizzare il debito con una semplice richiesta e l’estensione del periodo di decadenza del piano di rientro che passa da cinque a dieci rate non pagate.

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La tempistica dunque non è scontata e dipende da quanto potrà avanzare il dossier in giorni così complicati in cui inevitabilmente tiene banco la questione numero 1 legata all’emergenza Covid ma anche la partita per il completamento delle caselle del governo, tra viceministri e sottosegretari. Per quanto riguarda i ristori, si stava ragionando sul superamento dei codici Ateco, adottato con l’incalzare dell’emergenza, che però aveva determinato l’esclusione dai sostegni di alcune categorie colpite dalle restrizioni e quindi si era parlato di un intervento perequativo con contributi selettivi sulla base delle perdite di fatturato. A questo si pensava di affiancare, come è stato fatto in altri paesi europei, il riferimento ai costi fissi che le imprese hanno visto accumularsi: dagli affitti alle utenze ai dipendenti.
Alcune valutazioni era state fatte e le ipotesi erano in mano ai tecnici per le quantificazioni.

Nel decreto avrebbero dovuto trovare spazio anche la proroga della Cig Covid, su cui c’era un orientamento favorevole, mentre era ancora in alto mare il nodo della scadenza del blocco dei licenziamenti a fine marzo su cui sindacati e Confindustria sono su fronti opposti. Possibile a questo punto che il capitolo lavoro sia in qualche modo spacchettato con interventi urgenti in tema di Cig-Covid e un piccolo rinvio delle altre questioni, licenziamenti in testa, in attesa di una proposta complessiva su ammortizzatori sociali e politiche attive da parte del ministro Orlando.

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