Draghi accusa no vax e difende le scuole aperte. Ma silenzio su Colle

Draghi accusa no vax e difende le scuole aperte. Ma silenzio su Colle
Mario Draghi
10 gennaio 2022

Duro contro i no vax, fermo nel difendere la scuola in presenza. Il presidente del Consiglio Mario Draghi si è presentato in una conferenza stampa “riparatoria”, dopo le decisioni del Consiglio dei ministri della scorsa settimana, a cui non era seguito l’incontro con i giornalisti. E’ stato il momento per fare il “punto” della situazione nel giorno della riapertura delle scuole (con molte polemiche) e dell’entrata in vigore dei nuovi obblighi sul Green pass. Dribblando qualunque domanda sull’ipotesi di un suo passaggio al Quirinale: “Non risponderò ad alcuna domanda che riguarda immediati futuri sviluppi, il Quirinale”, ha messo subito in chiaro il premier.

Proprio la scuola è stato il primo punto affrontato da Draghi, che invita ad affrontare il nuovo anno con “realismo, prudenza, fiducia e soprattutto unità”, spiegando che il nuovo approccio del governo è “diverso” rispetto al passato: “Siamo molto cauti ma vogliamo anche cercare di minimizzare gli effetti economici, sociali ma soprattutto su ragazzi e ragazze che hanno risentito più di altri delle chiusure”. Dunque la scuola, “fondamentale per la democrazia”, deve restare “aperta in presenza” perché la Dad “provoca delle disuguaglianze destinate a restare”. E comunque, “non ha senso chiudere la scuola se non chiudiamo tutto il resto, e non ci sono motivi per farlo”. Per questi motivi, anche se “probabilmente ci sarà un aumento delle classi in Dad nelle prossime settimane, quello che dobbiamo respingere è un ricorso generalizzato alla didattica a distanza”.

Per quanto riguarda l’obbligo vaccinale per gli over 50, Draghi respinge le accuse e assicura che la decisione è stata presa “sulla base dei dati che ci dicono che chi ha più di 50 anni corre più rischi e che le terapie intensive sono occupate per due terzi da non vaccinati”. Proprio nei confronti dei no vax, il presidente del Consiglio è stato molto duro: “Quasi l’80 per cento degli italiani ha completato il ciclo primario, quasi il 40 per cento ha fatto la terza dose e gran parte dei problemi di oggi dipende dal fatto che ci sono dei non vaccinati che hanno una probabilità molto maggiore di sviluppare anche forme gravi della malattia”.

Il presidente del Consiglio è consapevole delle difficoltà ad alcuni settori economici, ma assicura che il governo è pronto a intervenire. “La legge di bilancio appena approvata già prevede stanziamenti per settori in difficoltà: c’è un fondo per il turismo, finanziato per altri 150 milioni, c’è l’estensione della Cig anche alle piccole imprese, grazie alla riforma degli ammortizzatori sociali”. Insomma, “ci sono già varie misure. Per il momento usiamo queste. Comunque stiamo facendo tutti una riflessione per cercare di affrontare nella maniera più soddisfacente i bisogni di sostegno che possono essere determinati da questa ripresa della pandemia. Non escludo che si trovino altre risorse. Non abbiamo ancora riflettuto se sia necessario uno scostamento di bilancio”.

Infine un passaggio ‘politico’, dato che l’ultimo decreto approvato dal governo ha fatto registrare grandi tensioni all’interno del Consiglio dei ministri, superate solo con una faticosa mediazione. “Avere l’unanimità della vasta coalizione che sostiene il governo è un obiettivo che, se possibile, si deve raggiungere, ma la soluzione trovata deve avere senso”, ha sottolineato, aggiungendo che “le diversità di vedute sono abbastanza naturali, l’importante è che nella maggioranza nonostante le diversità di vedute c’è voglia di lavorare insieme, di arrivare a decisioni condivise e finché c’è quella il governo va avanti bene, quello è l’essenziale”.

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