Europa e Usa: possibile ritorno a patto nucleare Iran, ma cambi rotta

Europa e Usa: possibile ritorno a patto nucleare Iran, ma cambi rotta
Il presidente iraniano Ebrahim Raisi
30 ottobre 2021

Erano mesi che si attendeva un formale passo avanti sui negoziati sul nucleare iraniano e il summit del G20, primo vero meeting dal vivo delle parti coinvolte, è stato lo scenario per una presa di posizione in senso positivo: Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Francia sono “convinti” che l’accordo sul programma nucleare iraniano possa essere ripristinato presto a patto che Teheran cambi rotta. Resta, però, la “preoccupazione viva e crescente” dell’Occidente per l’avanzamento del programma atomico iraniano. A margine dei lavori del G20 a Roma il primo ministro britannico Boris Johnson, il presidente francese Emmanuel Macron, la cancelliera tedesco Angela Merkel e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden hanno discusso del tema e lo stesso numero uno della Casa Bianca a un cronista che gli chiedeva se il presidente desiderasse riprendere i negoziati sul nucleare di Teheran, Biden ha risposto: “E’ previsto così”. Parole che sono la cartina tornasole che qualcosa è cambiato, anche se non tutti i nodi sono stati risolti.

Fonti di Washington, citate da Cnn, avevano sottolineato alla vigilia “che lo scopo principale dell’incontro dei quattro – un’iniziativa di Merkel – è di avere la possibilità di sedersi e parlare, visto che siamo in un momento critico”. L’incontro era stato presentato come “una grande opportunità per verificare i segnali” in vista di un periodo “vitale” per risolvere la questione nonostante lo scetticismo americano sul risultato finale. Nella dichiarazione congiunta diffusa al termine dell’incontro gli alleati si sono detti “convinti che sia ancora possibile raggiungere in tempi brevi, e attuare, un accordo per tornare al rispetto del Jcpoa” al fine di “garantire a lungo termine che il programma nucleare iraniano sia destinato esclusivamente a scopi pacifici e provvedere alla revoca delle sanzioni”. L’incontro arriva all’indomani delle nuove sanzioni imposte dagli Stati uniti al programma di droni iraniano e a poco meno di una settimana dall’annuncio di Teheran del ritorno al tavolo negoziale di Vienna dopo quattro mesi di strand-by.

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L’accordo sul nucleare, noto ufficialmente come Joint Comprehensive Plan of Action (JCPA), era entrato in crisi dopo che l’amministrazione Trump aveva deciso di abbandonare l’intesa e di conseguenza l’Iran di venire a poco a poco meno agli accordi. I negoziati, ripresi a fatica, erano stati sospesi a giugno dopo sei mesi di incontri tra Iran, Cina, Germania, Francia, Russia e Regno unito e in modo ancora indiretto Stati Uniti. Nel comunicato congiunto Merkel, Johnson, Biden e Macron “sono concordi che i continui avanzamenti del nucleare iraniano e gli ostacoli al lavoro dell’Aiea ridurranno le possibilità di un ritorno” all’intesa del 2015. Inoltre, se l’Iran tornerà al rispetto delle regole imposte al suo programma nucleare dall’accordo, i leader provvederanno a eliminare le “sanzioni” con conseguenze positive di “lungo termine” per la crescita economica iraniana. “Questo – hanno avvertito, però, i leader – sarà possibile solo con un cambio di direzione da parte dell’Iran”. E quindi è arrivato l’invito al presidente iraniano Ebrahim Raisi a “cogliere l’opportunità ed agire in buona fede per evitare una pericolosa escalation”.

I leader europei hanno poi accolto “con favore il fatto che il presidente Biden abbia chiaramente espresso il desiderio di vedere gli Stati Uniti rientrare nel Jcpoa” e “di continuare a rispettarlo finché lo farà l’Iran”. Il rientro degli Stati uniti nell’accordo era stato ampiamente anticipato e il ritorno al tavolo negoziale di Vienna potrebbe avvenire nelle prossime settimane, prima della fine di novembre. Secondo un diplomatico europeo sentito da Cnn, “la volontà di Teheran di riprendere i negoziato non è una soluzione ma è ragionevomente un significativo passo avanti”. Nella stessa direzione si era espresso mercoledì scorso anche il negoziatore iraniano, Ali Bagheri Kani, che dopo l’incontro con il capo negoziatore dell’Ue, Enrique Mora, sulla ripresa dei negoziati di Vienna per il rilancio dell’accordo, aveva parlato di un meeting “serio e costruttivo”. Il negoziatore iraniano aveva dichiarato che le due parti hanno “concordato di avviare i negoziati prima della fine di novembre” e che “la data esatta verrà annunciata la prossima settimana”.

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