Farmaci anti-cancro seno e ovaie funzionano pure su ossa

Farmaci anti-cancro seno e ovaie funzionano pure su ossa
11 dicembre 2021

Farmaci mirati per il trattamento di tumore al seno e alle ovaie potrebbero aprire la strada a una nuova terapia per i tumori dell’osso. E’ la scoperta fatta grazie a uno studio dell’Ucl cancer institute di Londra insieme all’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna, pubblicato sulla rivista ‘Nature Communications’. Gli scienziati hanno scoperto che un’alterazione dei geni di solito riscontrata negli osteosarcomi, il tipo più frequente di cancro alle ossa, potrebbe rendere questi tumori sensibili ad alcuni farmaci antitumorali autorizzati di recenti e noti con il nome di inibitori di Parp, già utilizzati per trattare una serie di tumori tra cui quelli ovarici e del seno. Stando ai risultati della ricerca, grazie a esperimenti di laboratorio, queste terapie portano alla rapida morte delle cellule tumorali dell’osteosarcoma, anche più che in altri tumori.

“Poiché gli inibitori di Parp sono già autorizzati, i pazienti con osteosarcoma con mutazioni RB1 potrebbero beneficiare rapidamente di questi trattamenti”, afferma spiega Sibylle Mittnacht dell’Ucl cancer institute, prima autrice dell’articolo. Queste alterazioni si trovano in circa la metà degli osteosarcomi e sono state collegate a prognosi infausta e ad alto rischio di metastasi. “Il fatto che l’elevata sensibilità sia stata osservata in cellule tumorali che abbiamo derivato solo di recente da pazienti con osteosarcoma è un forte indicatore che la sensibilità osservata sia riproducibile anche nelle condizioni cliniche- rileva Katia Scotlandi, coautrice dell’articolo- gli studi, infatti, sono stati compiuti in laboratorio, in condizioni che riproducono fedelmente le caratteristiche dei tumori originali. È quindi altamente improbabile che i dati osservati siano dovuti a cambiamenti causati dalla crescita a lungo termine delle cellule tumorali in condizioni artificiali”.

Le attuali linee guida sull’uso di questi farmaci “si basano su caratteristiche dei tumori che non si osservano negli osteosarcomi- spiega ancora Mittnacht- l’uso della mutazione RB1 come marcatore di sensibilità a questi farmaci potrebbe aprirne l’uso in una gamma molto più ampia di tumori”. Secondo i risultati dello studio, infatti, anche altri tipi di tumori, compresi quelli polmonari a piccole cellule e il glioblastoma, potrebbero rispondere agli inibitori di Parp. Le alterazioni RB1, inoltre, sono state individuate come un nuovo segno distintivo per riconoscere i tumori sensibili a questi farmaci, che potrebbero essere quindi un trattamento su misura anche per altri pazienti con tumori portatori di questa mutazione, al di là degli osteosarcomi.

“I risultati di questo studio aprono alla possibilità di una nuova terapia per un tumore per il quale sono indispensabili trattamenti innovativi- conferma Scotlandi- il prossimo passo sarà verificare in studi clinici la reale efficacia di questi agenti terapeutici”. L’osteosarcoma è un tumore raro, in Italia se ne riscontrano circa 100 nuovi casi all’anno, ma è la forma più frequente di cancro alle ossa. Colpisce soprattutto bambini e giovani adulti. Si tratta di un tumore estremamente aggressivo e la sopravvivenza a lungo termine nei pazienti è più bassa rispetto a quella per altri tumori. Fino a un giovane su tre con diagnosi di osteosarcoma ad oggi non può essere curato. (Dire)

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