Finanziamenti nel Lazio, quando la politica affossa le imprese

Finanziamenti nel Lazio, quando la politica affossa le imprese
29 gennaio 2019

Nel Lazio chiedere un finanziamento con la garanzia del fondo centrale per avviare un’impresa diventa sempre più difficile. In controtendenza con quanto consolidato in altre Regioni, infatti, il Consiglio regionale ha deciso di approvare un ordine del giorno che, se ratificato entro 60 giorni, complicherebbe, o quantomeno, allungherebbe i tempi per chiedere un finanziamento entro i 100mila euro, legando la possibilità di ottenere il prestito all’azione dei confidi. I confidi sono consorzi di garanzia collettiva dei fidi che ampliano la capacità di accesso al credito delle imprese rilasciando garanzie a fronte di finanziamenti erogati da parte delle banche convenzionate (Legge 326/2003). Il Lazio è stata la prima regione in cui è nato un confidi. Il 10 gennaio 2019, il Consiglio regionale del Lazio ha approvato un ordine del giorno collegato alla Legge di Stabilità che reintroduce il cosiddetto decreto lettera “R” che rischia di penalizzare in maniera molto pesante l’accesso al credito delle micro e piccole imprese, andando contestualmente a potenziare il sistema dei Confidi e facendo aumentare alle aziende i costi.

La reintroduzione della lettera “R” della Riforma Bassanini, norma che risale a 20 anni fa, permette alle Regioni di escludere o limitare la garanzia diretta del Fondo Centrale di Garanzia sul credito, a favore delle contro garanzie rilasciate dai Confidi, che diventano così super garanti del finanziamento. In questo ambito sono compresi anche i finanziamenti di microcredito imprenditoriale che è limitato per legge a importi che non superano i 25/35 mila euro. Proprio dall’Ente Nazionale per il Microcredito arriva una analisi preoccupante sulle prospettive che potrebbero determinarsi dall’applicazione di questa norma. Da un esame dei dati relativi ai finanziamenti di microcredito, la scelta della Regione Lazio rischia di rendere più difficile l’accesso diretto al Fondo di Garanzia da parte delle micro imprese e degli intermediari finanziari da loro scelti. Tutti i soggetti che chiederanno un prestito dovranno rivolgersi ai Confidi, i quali a loro volta andranno a garantirsi presso il fondo Pmi con un inevitabile ed inutile aggravio in termini di costi a causa della spesa aggiuntiva legata proprio alla concessione della garanzia.

Oltre al maggior costo sostenuto per il servizio prestato dal Confidi, il beneficiario finale dovrà sopportare un allungamento dei tempi di erogazione del finanziamento, dovuto ad una doppia delibera: quella della banca relativa al finanziamento stesso e quella del Confidi relativa alla concessione della garanzia. Circostanza che ha indotto un ripensamento nella Regioni che già applicano la lettera “R”, come Toscana, Marche e Abruzzo. I dati sono chiari. In Italia sono stati erogati 8.956 finanziamenti di microcredito a valere sul Fondo di Garanzia MCC per un importo pari ad € 197.844.400,88. Di questi finanziamenti, solo 119 sono stati erogati nelle Regioni Abruzzo, Marche e Toscana per un importo pari ad € 2.498.300,00. Pertanto nelle Regioni in cui trova applicazione della lettera “R”, l’incidenza del microcredito rispetto al possibile bacino richiedente è molto bassa. Oltre a ciò i dati storici relativi al costo di una garanzia confidi assistita dal fondo P.M.I. dicono che si tratti di un importo di circa 1.000,00 / 1.500,00 Euro che nel caso del microcredito andrebbe a gravare su imprenditori che chiedono un finanziamento di 25mila euro equivalente, quindi al 6% del finanziamento, a cui si aggiungono ovviamente il tasso di interesse applicato dall’intermediario finanziario selezionato.

“Il microcredito è una misura inclusiva e non va certo resa inutilmente più costosa. Questa decisione – commenta il segretario generale del’ENM, Riccardo Graziano – è molto discutibile, visti i risultati che ne deriverebbero, sicuramente è in controtendenza con l’idea di sviluppo e promozione delle microimprese incardinate nell’azione di sviluppo del sistema Paese. L’accesso al fondo di garanzia nazionale da parte delle micro imprese, non può essere appesantito da aggiuntive e onerose garanzie che servono solo ad aumentare tempi di erogazione e costi senza fornire servizi aggiuntivi. Diverso sarebbe se i Confidi fornissero anche quei servizi di assistenza obbligatoria e di monitoraggio al microcredito previsti ai sensi del DM 176/2014. In tal senso l’Ente Nazionale per il Microcredito resta a disposizione della Regione Lazio per svolgere ogni approfondimento sul punto ed invitiamo il Presidente Zingaretti e la Giunta Regionale del Lazio a convocare un tavolo di confronto con l’ENM e le associazioni di categoria al fine di definire strategie utili a incrementare e facilitare l’accesso al credito e la lotta all’esclusione sociale e finanziaria”.

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