Fittiani pronti a liste alternative a Regionali, incubo “epurazione”

Fittiani pronti a liste alternative a Regionali, incubo “epurazione”
21 marzo 2015

di Maurizio Balistreri

In Puglia, innanzitutto. Ma anche in Campania, Veneto, Toscana, Umbria… Come una sorta di effetto domino, dopo mesi di sfuriate e scontri verbali, la partita delle Regionali potrebbe – il condizionale è sempre d’obbligo – sancire in maniera concreta la spaccatura, all’interno di Forza Italia, tra i fedelissimi di Silvio Berlusconi e i “ribelli” guidati da Raffaele Fitto. Oggetto del contendere, nello specifico, le candidature in vista della prossima tornata amministrativa. Ad accendere la miccia, stando ai fittiani, l’azione continua da “epurazione” portata avanti dall’ex premier, in tandem con il commissario pugliese Luigi Vitali, allo scopo di “far scomparire l’etnia avversa”. Un’azione da “fine dell’impero”, da “caccia alle streghe”, denunciano di continuo gli uomini dell’ex governatore e ministro. Ma anche un “suicidio politico”, ripetono come un mantra, a cui ribadiscono di non voler contribuire. Anche a costo di dover presentare liste alternative a quella Forza Italia che assicurano di non voler abbandonare, e di far scendere in campo, ovviamente in Puglia, il loro leader. L’avvio di uno scontro frontale, quindi, nonostante il candidato ufficiale azzurro, Francesco Schittulli, avrebbe non più di due sere fa perorato, con l’ex Cavaliere, la causa dell’unità. A favore di una vera ricomposizione, nella speranza di poterla spuntare, nonostante i sondaggi non siano al momento favorevoli, nella sfida per la Regione con Michele Emiliano, segretario Pd in Puglia. Tentativo, stando alle reazioni delle ultime ore, non andato a buon fine.

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I TIMORI Così, il timore, per alcuni già “piena consapevolezza”, che i consiglieri fittiani uscenti, una decina, non verranno mai ricandidati da Berlusconi, potrebbe spingere Fitto a lanciare la sfida in prima persona (“qualora sia davvero necessario, per difendere le nostre battaglie”, avrebbe spiegato). Una scelta che inevitabilmente favorirebbe Emiliano, come evidenziato da Schittulli: “Se Fitto dovesse scendere in campo nell’ambito del centrodestra indebolisce la coalizione e consentirà al centrosinistra di andare in vacanza: spianerà al centrosinistra la strada della vittoria”. Ma tant’è. Una, forse fino a tre liste antagoniste, che guarderebbero ad un altro progetto politico di centrodestra, senza escludere l’ipotesi di un’intesa con la Lega Nord. Anche perché il rischio, spiegano, è di rimanere con il cerino in mano. Ovvero, in lista Fi fino alla sera prima, poi magari estromessi al momento della presentazione delle liste. E le ultime dichiarazioni di Vitali (“colui che mandò un sms per dire ai consiglieri uscenti di non partecipare alle manifestazioni dei Ricostruttori”, si vocifera in Transatlantico), ovvero “non ci sono preclusioni verso alcuno”, a Bari non vengono lette con favore.

BRACCIO DI FERRO Anzi, fumo negli occhi, per i “ribelli”, il passaggio in cui il commissario ricorda che “per candidarsi in Forza Italia bisogna – come credo ovvio che sia – riconoscere tanto la leadership di Berlusconi quanto il mio ruolo di coordinatore regionale”. Il ragionamento dei fittiani è opposto, quasi inconciliabile, tanto da proporre: “A presentare le liste pugliesi non sia Vitali, ma il capogruppo Fi uscente”. Si vedrà. Nel frattempo, i fittiani alzano la voce anche lontano dal capoluogo pugliese. “Qualora il vertice nazionale di Forza Italia confermi l’intenzione suicida di escludere, come in altre regioni, autorevoli esponenti umbri dalle liste regionali – afferma il deputato umbro Pietro Laffranco – siamo pronti, forti di sollecitazioni provenienti da più parti, siamo pronti, assieme a tanti amici, alla sfida”. Gli fa eco il toscano Maurizio Bianconi: “Se vale la regola delle epurazioni, come in Puglia, dove aver consenso e ragione è delitto di lesa maestà, se i filorenziani come il coordinatore regionale Parisi in Toscana lavorano per la rovina del centrodestra, d’accordo evidentemente con lo sponsor del Nazareno – Verdini – e la Lega non esclude alleanze immonde, diventa obbligatorio impegnarsi, spendersi, rischiare per i toscani e il centrodestra”.

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