Papa a Napoli tra devozione popolare e periferie emarginate

Papa a Napoli tra devozione popolare e periferie emarginate
21 marzo 2015

di Giuseppe Novelli

Il sangue di San Gennaro e la periferia di Scampia, il fervore della devozione popolare e i drammi della camorra e della disoccupazione giovanile, le massime autorità civili e religiose e i detenuti di Poggioreale. Papa Francesco trascorre la giornata a Pompei e Napoli, con un programma serrato dalle sette della mattina, partenza dell’elicottero dal Vaticano, alle 19, orario previsto per il rientro a Roma . E’ l’ottavo viaggio compiuto dal Papa argentino in Italia. Il Pontefice, che è anche primate d’Italia, ha sempre scelto tappe significative per il suo messaggio attento alle ‘periferie’, ai poveri e agli emarginati, ai problemi sociali ed economici, a partire dal primo viaggio, a Lampedusa nel luglio del 2013, con una visita incentrata sul dramma dell’immigrazione. Sono poi venuti i viaggi ad Assisi, città del santo di cui ha preso il nome, il quattro ottobre sempre del 2013, e Cagliari, a settembre dello stesso anno, una visita ruotata attorno alle sofferenze dei disoccupati. Nel 2014 Jorge Mario Bergoglio ha visitato Cassano allo Ionio in Calabria, a giugno, dove ha pronunciato – la prima volta di un Papa – la parola ‘scomunica’ per i mafiosi, a Campobasso a luglio, a Caserta sempre a luglio, a settembre al sacrario di Redipuglia per il centesimo anniversario della prima guerra mondiale. Quest’anno sono già previsti viaggi a Torino a giugno, per l’ostensione della sindone (e una probabile tappa dai suoi lontani parenti piemontesi) e a Firenze a novembre, per il convegno decennale della Cei, ma c’è chi già ipotizza un incontro con la comunità cinese di Prato.

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L’ITINERARIO Ad accogliere il Papa il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli. La giornata del Papa, inizia alle otto al santuario di Pompei, non è previsto un suo discorso. Alle nove Jorge Mario Bergoglio atterra al campo sportivo di Scampia, prima ‘periferia’ toccata durante una giornata che vedrà invece il Pontefice lontano dai quartieri più benestanti. ‘A Scampia Francesco incontrerà il mondo della legalità e della giustizia, delle professioni, del lavoro, della produzione, della disoccupazione e delle organizzazioni sindacali, dei migranti, dei rom, dei senza fissa dimora, degli emarginati’, scrive l’Osservatore Romano, il cardinale Crescenzio Sepe. Francesco pronuncia un discorso a Scampia, poi si trasferisce a piazza del Plebiscito per la messa delle 11 all’aperto. Pranzo a Poggioreale con una novantina di detenuti provenienti anche da Secondigliano (presenti anche malati di hiv e transessuali) e discorso del Papa. Dopo una sosta in arcivescovado prevista alle 14.30, il Papa si reca in duomo alle 15 per – recita il programma ufficiale – incontrare preti e religiosi e per la ‘venerazione delle reliquie di San Gennaro’. E già corrono le ipotesi: si ripeterà il miracolo del sangue che si scioglie, come avvenne, ad esempio, al cospetto di Pio IX, nel 1848, ma non davanti a Giovanni Paolo II, il 21 ottobre 1979, né con Benedetto XVI, il 21 ottobre del 2007? Alle 16.15 Bergoglio è atteso alla basilica del Gesù nuovo, dove incontrerà gli ammalati e terrà un discorso. Infine alle 17 appuntamento con i giovani al lungomare Caracciolo: ‘Su via Caracciolo, ne sono certo, nascerà una nuova primavera per tutti’, afferma Sepe. Alle 18.15 il Papa dovrebbe partire dalla stazione Marittima per atterrare all’eliporto vaticano alle 19. Nei suoi discorsi facile prevedere che il Papa non mancherà di toccare i temi che più gli stanno a cuore, a partire dalla mancanza di lavoro che soffoca giovani e famiglie, ai rischi di una ‘economia che uccide’ alle minacce della crminialità organizzata. La devozione popolare, cara a Bergoglio già da giovane e poi da provinciale dei gesuiti argentini e da arcivescovo di Buenos Aires, sarà anch’essa, prevedibilmente, nelle corde di Papa Francesco.

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