“Frammenti di una visione” di Bruno Caruso a Palermo

“Frammenti di una visione” di Bruno Caruso a Palermo
Le magie di Bruno Caruso
2 dicembre 2018

Un omaggio al maestro Bruno Caruso recentemente scomparso, attraverso una selezione di opere rappresentative, tratte da prestiti di importanti collezioni private, che appartengono ai suoi cicli artistici piu’ conosciuti e amati. Questo il senso della mostra Bruno Caruso “Frammenti di una visione”, ideata, organizzata e curata da Massimo La Piana, che sara’ inaugurata sabato 1 dicembre alle 18, nelle sale espositive della Galleria La Piana Arte Contemporanea, in via Isidoro La Lumia 79, a Palermo.

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Sara’ esposta un’ampia selezione di disegni, acquerelli, incisioni e litografie del grande artista palermitano. Il corpus della mostra e’ composto da una ventina di opere su carta (china e acquerello) e da circa quaranta incisioni. Saranno presenti opere degli anni ’50, quando Caruso trovo’ il modo di applicare il geometrismo post-Picassiano al Neorealismo di Cesare Zavattini e Vittorio De Sica; tre gouaches appartenti al celebre ciclo del manicomio, serie propedeutica alla riforma Basaglia di grande impatto storico e sociale; il Ficus Magnolioides, il “mostro arboreo” tanto amato da Sciascia, che con Caruso condivise un’amicizia lunga, profonda e lavorativamente proficua.

E ancora, Jungla, copertina di catalogo di una importante mostra alla Ca ‘doro di Roma del 1977, nella quale le affascinanti signore borghesi trovano straordinarie affinita’ con le fiere di cui indossano le pelli. In mostra anche gli omaggi a Federico II, alla Repubblica Napoletana del 1799, le incisioni dedicate al viaggio di Ibn Jubayr, i suoi popolani, ragazzi e ragazze ossute con i capelli lunghi e ricci, le pupille dilatate e le labbra carnose (cit. Paolo Nifosi), la sua flora sensuale e lussuriosa, che sembra vivere piu’ nella dimensione umana che in quella vegetale. Natale Tedesco cosi’ scrisse di Bruno Caruso: “Un misto di gioia e sofferenza e’ nella abnorme crescita del ficus e in tutti quegli studi di piante e di animali dove si rivela la triste anima di isolano di siciliano, sempre cosi’ vicino alla vita e alla morte da sentirle come una cosa sola che alternativamente ma di continuo svolgono il loro trionfo”.

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Leonardo Sciascia su Caruso commentava: “Nelle piante che egli dipinge ed incide c’e’ sempre un che di demoniaco e di carnivoro. Ho visto sempre il ficus come una specie di mostro arboreo, un pauroso emblema della violenza e dell’imprevedibilita’ della natura. Caruso va al di la’ dell’occhio servendosi dell’occhio”. “Un uomo che in ogni parola racchiudeva la totalita’ delle sue straordinarie esperienze e che con una eleganza innata volgeva il suo entusiasmo sempre verso nuovi progetti. – sottolinea Massimo La Piana – Conoscere Caruso e’ stato per me, giovane appassionato d’arte, come un appuntamento con la storia”.

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