Gabriele Ciampi, io giurato italiano ai Grammy

Gabriele Ciampi, io giurato italiano ai Grammy
Il maestro Gabriele Ciampi
6 gennaio 2018

Il nuovo anno è iniziato “alla grande” con un sold out a Roma, la sua città, per il concerto di Capodanno ed ora è pronto per raggiungere Madison Square Garden, a New York City. Il maestro Gabriele Ciampi è stato scelto dalla Recording Academy come rappresentante italiano della giuria della 60/a edizione dei Grammy Awards, in programma il 28 gennaio, per decretare gli oscar mondiali della musica. “Gli ultimi due anni sono stati ricchi di emozioni – ha raccontato all’ANSA – il ricordo più bello è stato varcare la soglia della Casa Bianca, anche perché sono stato il primo compositore invitato al tradizionale White House Holiday. In Italia, l’abbraccio con un uomo con una forza straordinaria come Papa Francesco, indipendentemente dalla fede, mi ha toccato profondamente da un punto di vista umano. Essere stato scelto in giuria dalla Recording Academy attraverso un processo di selezione molto ferreo è, per me, l’ennesima grande soddisfazione”. Nonostante il successo, Gabriele Ciampi non si è montato la testa. Non solo non si atteggia a star americana, non solo continua a concentrare il suo interesse sulla musica (oltre che sulla montagna, come arrampicatore professionista), ma non ha mai rinnegato l’Italia. “Io mi considero un cervello in prestito, non in fuga – ha detto – sono orgoglioso di essere italiano e spero di tornare qui. Quello che sto facendo è una parentesi, un arricchimento, ma il mio sogno è quello di tornare e dare un contributo al mio Paese”. Dopo i Grammy, Ciampi si esibirà al The Broad Stage di Los Angeles, dove dirigerà la Santa Monica Symphony Orchestra, e poi tornerà in Italia e concluderà il suo tour internazionale in autunno al Teatro Dal Verme di Milano insieme con l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali.

Se nella composizione la sua sfida continua è la ricerca dell’essenziale “perché è difficile togliere il superfluo e rimanere con l’ossatura armonica e melodica di base per poter trasmettere un messaggio” (proprio su questo si fonderà il suo nuovo album), nella cultura musicale il suo sogno è poter contribuire a un cambiamento epocale. “Sarebbe bello poter utilizzare il sistema della giuria dei Grammy anche per i nostri oscar della musica e quindi anche per Sanremo”. Secondo il direttore d’orchestra, “Claudio Baglioni sta facendo un grande lavoro, perché con l’eliminazione delle cover si torna al Sanremo di una volta. Mi auguro che sia l’inizio di un cambiamento che potrà riguardare anche la giuria e i criteri di selezione dei brani, perché ultimamente si è un po’ persa la qualità della musica italiana a favore dello spettacolo”. Un ambito artistico che “soffre un periodo di grande crisi – ha spiegato Gabriele Ciampi – dovuto alle influenze dall’estero: noi dovremmo tornare alla tradizione popolare che dagli anni ’60 in poi è stata il centro da cui tutto si è mosso”. Ai Grammy Awards non ci sono artisti italiani tra le nomination e la cosa, dunque, non lo sorprende perché “la musica è troppo contaminata e questa contaminazione fa perdere originalità”. “Abbandonare l’idea del personaggio, del talent televisivo e concentrarsi sulla qualità della musica” è la ricetta vincente per il maestro Gabriele Ciampi: “Negli ultimi 10 anni, invece, è stato il contrario, abbiamo assistito alla crescita di personaggi che sono diventati famosi dal giorno alla notte”. “Ripartiamo dalle scuole, dallo studio, dalle accademie, dai conservatori: i concorsi arrivano dopo – ha detto il maestro – Ripartiamo dalle giurie tecniche, da selezioni rigide, dalla competenze e da qui a 10 anni potremo tornare nuovamente leader”.

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