Google lancia la funzione “Fact Check” in tutti i Paesi. Obiettivo informazioni utili

Google lancia la funzione “Fact Check” in tutti i Paesi. Obiettivo informazioni utili
7 aprile 2017

Google ha annunciato il lancio della funzione “Fact Check” (verifica dei fatti) in tutti i paesi nella ricerca dal suo motore principale e su Google News. Il gigante internet rivendica con un comunicato di esser stata creata con l’obiettivo di aiutare gli utenti a trovare informazioni utili, offrendo visibilità anche ai contenuti che gli editori creano. La società ha puntualizzato che unicamente gli editori “che sono algoritmicamente determinati come fonte autorevole” potranno contribuire a queste verifiche. “Tuttavia, con migliaia di nuovi articoli pubblicati online ogni minuto di ogni giorno, la quantità di contenuti con cui si confrontano gli utenti può risultare eccessiva. E purtroppo, non tutti questi contenuti sono aderenti ai fatti o veri, rendendo così difficile per i lettori distinguere i fatti da ciò che è falso. Ecco perché ad ottobre, insieme ai nostri partner di Jigsaw, abbiamo annunciato che in alcuni Paesi avremmo iniziato a consentire agli editori di mostrare l’etichetta ‘Fact Check’ in Google News. Questa etichetta consente di identificare in modo più immediato gli articoli di verifica dei fatti”.

“Dopo aver valutato i riscontri ricevuti da parte degli utenti e degli editori, abbiamo deciso di rendere disponibile l’etichetta Fact Check in Google News ovunque e di estenderla al motore di ricerca, a livello globale e in tutte le lingue. Per la prima volta – si legge – quando viene effettuata una ricerca su Google che restituisce un risultato che contiene la verifica dei fatti di uno o più affermazioni pubbliche, questa informazione verrà chiaramente visualizzata nella pagina dei risultati di ricerca. Lo snippet mostrerà informazioni sulla dichiarazione verificata, da chi è stata fatta e se una fonte ha verificato quella particolare dichiarazione”. Google precisa che queste informazioni non saranno disponibili per qualsiasi risultato e potrebbero esserci pagine di risultati di ricerca in cui diverse fonti hanno verificato la stessa affermazione raggiungendo però conclusioni diverse. “Queste verifiche dei fatti naturalmente non sono effettuate da Google e potremmo anche non essere d’accordo con i risultati, proprio come diversi articoli di fact checking potrebbero essere in disaccordo tra loro, tuttavia riteniamo che sia utile per le persone capire il grado di consenso attorno a un argomento e avere informazioni chiare su quali fonti concordano”.

“Rendendo queste attività di fact checking più visibili nei risultati di ricerca, riteniamo che gli utenti possano esaminarle e valutarle con maggiore facilità per formarsi così opinioni e pareri informati”. Per poter usufruire di questa etichetta, gli editori devono utilizzare il markup ClaimReview di Schema.org sulle pagine nelle quali effettuano il fact checking di dichiarazioni pubbliche (informazioni maggiori qui) o usare il widget Share the Facts sviluppato dal Duke University Reporters Lab e Jigsaw. “Solo gli editori che sono algoritmicamente determinati come fonte autorevole di informazioni si qualificheranno per essere inclusi”, afferma il gruppo. Infine, i contenuti dovranno rispettare le norme generali che si applicano a tutti i tag di dati strutturati e ai criteri di Google News Publisher per il fact checking. “Se un editore o un articolo di fact checking non raggiunge questi standard o non rispetta tali norme, potremo, a nostra discrezione, ignorare il markup”. Infine, la società rileva che l’inziativa non sarebbe stata possibile senza l’aiuto di altre organizzazioni e senza il sostegno della comunità di fact checking, che è cresciuta fino a includere più di 115 organizzazioni.

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