Grillo dichiara guerra alla censura. Pronto video di fine anno: “La Rete non si ferma in tribunale”

Grillo dichiara guerra alla censura. Pronto video di fine anno: “La Rete non si ferma in tribunale”
30 dicembre 2016

Come da otto anni a questa parte, ormai, alle 20.30 della sera di San Silvestro Beppe Grillo diffonderà alla nazione il suo pensiero in un videomessaggio “alternativo” a quello del presidente della Repubblica. Sono lontani gli scontri al veleno con l’odiato Giorgio Napolitano: con Sergio Mattarella i rapporti sono freddini ma il non interventismo dell’attuale inquilino del Quirinale ha giustificato, finora, una linea più morbida. Questo non fermerà Grillo, che secondo fonti M5S non mancherà l’appuntamento con gli italiani. Di cosa parlerà Grillo? Non mancherebbero le questioni interne da sviluppare. Le difficoltà della giunta Raggi a Roma (che oggi ha rivendicato il via al bando per l’acquisto di 15 nuovi bus urbani, un passo positivo per i romani ma modesto per le dimensioni della capitale), lo scandalo delle firme false a Palermo, il sistema non ancora definito per la scelta del candidato premier e della squadra dei ministri, con le molte insidie che attendono il prescelto dei vertici, Luigi Di Maio.

MAINSTREAM Ma Grillo tiene la barra dritta sul messaggio “generale”. Il nuovo campo di battaglia è l’informazione. Per lui in realtà non è nuovo, della delegittimazione della stampa e dei giornalisti “mainstream” ha fatto una delle sue campagne principali. E’ relativamente nuovo per i suoi avversari: le testate più filogovernative (o legate all’opposizione “tradizionale”), i grandi partiti, alcune istituzioni che stanno mettendo a fuoco la centralità del controllo delle informazioni sul web per la conquista del consenso. Rispondendo a una intervista del garante Antitrust Giovanni Pitruzzella, che ha parlato di regole per l’informazione on line, il leader del Movimento 5 stelle lancia l’allarme. “Ora che nessuno legge più i giornali e anche chi li legge non crede alle loro balle, i nuovi inquisitori vogliono un tribunale per controllare internet e condannare chi li sputtana. Sono colpevole, venite a prendermi. Questo Blog non smetterà mai di scrivere e la Rete non si fermerà con un tribunale”, giura.

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ANTITRUST Immediata la replica del presidente dell’Antitrust: “Ho un grande interesse per le critiche, che possono servire a migliorare la proposta, ma la mia non è una proposta che mira a creare forme di censura ma a rafforzare la tutela dei diritti nella rete. Se vogliamo controllare il potere politico – aggiunge Pitruzzella –  se vogliamo evidenziare quello che di sbagliato politici e uomini dell’economia fanno, dobbiamo avere – ha sottolineato Pitruzzella – una rete che sia credibile. La credibilità e importante e per essere credibili dobbiamo avere dei meccanismi che possano servire a sbarazzarci delle bufale. Le bufale non servono, la democrazia è un sistema di trasparenza, ma perché ci sia trasparenza occorre che anche le informazioni siano vere, altrimenti c’e la nebbia. E la nebbia non giova mai alla democrazia”.

BUFALE La parola d’ordine è la lotta alle “bufale”, e il trofeo da conquistare è la credibilità per etichettare le notizie vere e quelle false, i siti (o le pagine social) affidabili e quelli truffaldini. Un terreno minato, che vede alcuni paradossi (a livello internazionale, non poche prestigiose testate impegnate nella diffusione delle teorie sulla “post-verità” sono pesantemente segnate da alcune disavventure del passato, come la campagna sulle armi di distruzione di massa di Saddam) e tanta confusione. Sono bufale quelle dei siti che deliberatamente spacciano notizie false ma le mille interpretazioni sui dati spesso contraddittori di Istat, Inps e Ministero del Lavoro sull’occupazione e il Jobs Act cosa sono? Per Grillo l’allarme è massimo e la sindrome dell’assediato, non nuova per il M5S, si rafforza: “Purtroppo – scrive il comico genovese – Pitruzzella non è un pazzo solitario. Il premier fotocopia Gentiloni ieri ha detto che gli strappi nel tessuto sociale del Paese sono causati anche da Internet. Per il sempregrigio Napolitano ‘la politica del click è mistificazione. Renzi è convinto di aver perso il referendum per colpa del web”. Grillo “è imprevedibile”, amano ripetere i suoi fedelissimi. Ma non è improbabile che i temi dell’informazione e della disinformazione, della libertà e della censura siano centrali nel contromessaggio di fine anno.

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