Grillo equipara topi a clandestini, bufera sul leader M5s

Grillo equipara topi a clandestini, bufera sul leader M5s
17 giugno 2015

Persone, arrivate in Italia sui barconi dal Nord Africa, definite clandestini e messe sullo stesso piano dei topi e della spazzatura. Succede verso le 12 in un post sul blog di Beppe Grillo e in un tweet del leader del Movimento 5 Stelle, pubblicati per chiedere le dimissioni del sindaco di Roma, Ignazio Marino. Passano pochi minuti e sui social network monta la polemica. “Marino dimettiti prima che Roma venga sommersa dai topi, dalla spazzatura e dai clandestini”, è la frase famigerata. #Grillo diventa immediatamente trending topic su twitter e ci resta per tutto il giorno: la rete si divide tra chi lo sostiene e chi invece gli dà del “fascista” ma i commenti politici – tranne la Lega che tace – sono univoci contro la sua uscita, tanto che tre ore e mezza dopo il leader del Movimento 5 Stelle fa marcia indietro e corregge sia il blog che il tweet: “#MarinoDimettiti prima che Roma venga sommersa dai topi, dalla spazzatura e dai campi dei clandestini gestiti dalla mafia”, rettifica. Ma la bufera è inarrestabile. La rete non perdona e sui social network non si contano gli screenshot con la frase di “Grillo 1” e “Grillo 2” per usare l’ironia di molti che hanno parafrasato il colloquio di ieri con “La Stampa” in cui il premier parlava di tornare al “Renzi 1” perché il “Renzi 2” gli stava facendo perdere consensi.

Nella polemica interviene anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, che scrive: “Accostare topi, spazzatura ed esseri umani non è politica, ma disprezzo. La democrazia si basa sul rispetto delle persone e delle differenze”. Il leader di Sel, Nichi Vendola, attacca: “Caro Beppe Grillo, mettere sullo stesso piano i topi e i clandestini vuol dire regalare le parole alla barbarie…”. Secondo Emanuele Fiano, del Pd, Grillo “si corregge, evidentemente avvisato da qualcuno che oltre i suoi 140 caratteri c’era il baratro del razzismo. La sintesi si sa, in alcuni, tira fuori la parte più vera. È capitato con Grillo”. Dei parlamentari M5s non interviene quasi nessuno, sui social network il fuoco di fila è contro il Pd dopo la sentenza della Cassazione che ha annullato ieri sera la condanna per bancarotta a 6 anni e 9 mesi dell`ex sondaggista di Berlusconi, Luigi Crespi, in virtù della nuova legge sul falso in bilancio “approvata solo qualche settimana fa dal Pd e dalla maggioranza ed entrata in vigore da sole 48 ore” che, secondo i pentastellati “non solo non è efficace ma, addirittura, è peggiorativa rispetto alla formulazione voluta da Berlusconi nel 2001”. Su twitter è il deputato M5S Gianluca Vacca ad ammettere l’errore di Grillo precisando però: “Un tweet sbagliato non cancella la realtà dei fatti. Marino dimettiti”.

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