Ha mangiato una patatina ed è finito sotto terra | Non comprarle mai più in questi supermercati: sono più letali dell’arsenico

Patatine piccanti - (pexels) - IlFogliettone.it (2)

Patatine piccanti - (pexels) - IlFogliettone.it

Una tragedia insensata: adolescente muore dopo aver mangiato una patatina super piccante.

Un ragazzo di 14 anni del Massachusetts, è morto in seguito a un arresto cardiopolmonare scatenato dal consumo di una singola tortilla chips ultra piccante. Il caso, che aveva scosso profondamente l’opinione pubblica statunitense, ha avuto una conferma definitiva solo ora: secondo l’ufficio del medico legale dello Stato, la causa della morte è stata una combinazione letale tra una patologia cardiaca congenita e l’elevata concentrazione di capsaicina contenuta nello snack.

Lo snack in questione è noto come la “One Chip Challenge”, una singola patatina confezionata in una scatola a forma di bara. Prodotta dall’azienda statunitense Paqui, è commercializzata come “la patatina più piccante al mondo” e promossa come parte di una sfida che ha riscosso grande popolarità su piattaforme come TikTok. Il gioco consiste nel mangiarla e resistere il più a lungo possibile senza bere né mangiare altro per alleviare la sensazione di bruciore.

La Paqui, dopo la morte del giovane, ha deciso di ritirare volontariamente il prodotto dal mercato. In un comunicato, l’azienda ha specificato che la patatina era destinata esclusivamente a un pubblico adulto. Sulla confezione erano riportate chiare avvertenze che sconsigliavano il consumo a minori, persone con problemi di salute o sensibilità agli alimenti piccanti. Tuttavia, è emerso che molti adolescenti hanno ignorato tali avvertimenti, spinti dalla viralità della sfida sui social.

La capsaicina, composto chimico naturalmente presente nei peperoncini, è responsabile della sensazione di bruciore. In alte concentrazioni, può provocare effetti collaterali importanti, soprattutto in soggetti con problemi cardiaci, respiratori o gastrointestinali. Nel caso del 14enne il medico legale ha confermato che la patatina ha agito come un potente stimolante che ha aggravato la sua condizione cardiaca preesistente, provocando un fatale arresto cardiopolmonare.

Un caso che scuote genitori e istituzioni

La morte del giovane ha sollevato un acceso dibattito tra genitori, educatori e autorità sanitarie. In molti chiedono una maggiore regolamentazione sulla vendita di prodotti alimentari estremi, specialmente quando il marketing è rivolto, anche indirettamente, a un pubblico giovane. L’episodio ha acceso i riflettori sulla pericolosità delle sfide virali e sulla responsabilità delle piattaforme digitali nel limitarne la diffusione.

Anche l’Antitrust si è mossa, avviando un’indagine sulla commercializzazione della famigerata patatina. L’obiettivo è valutare se ci siano state pratiche scorrette nella promozione e nella distribuzione del prodotto. L’attenzione è rivolta in particolare alla modalità di marketing che, pur contenendo avvertenze, potrebbe risultare ambigua o inefficace, specialmente nei confronti dei minori.

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Patatine piccanti – (pexels) – IlFogliettone.it

La reazione dei social e il pericolo dell’emulazione

Le sfide estreme su TikTok e altri social rappresentano un fenomeno preoccupante: contenuti potenzialmente pericolosi che spingono adolescenti a mettere a rischio la propria salute per ottenere popolarità. Il caso del 14enne ha generato una vasta ondata di reazioni, con molti influencer che hanno deciso di abbandonare questo tipo di contenuti e campagne di sensibilizzazione che invitano alla prudenza.

Una tragedia che dovrebbe servire da monito. È necessario un impegno condiviso tra aziende, istituzioni, genitori e piattaforme digitali per proteggere i più giovani da prodotti e tendenze potenzialmente dannosi. La sicurezza alimentare e l’educazione al consumo consapevole non devono mai passare in secondo piano, soprattutto quando si ha a che fare con minori e sfide che trasformano il pericolo in gioco.