Internet, arriva in Senato un ddl contro le fake news. Sanzioni per chi offende o pubblica fatti non veri

15 febbraio 2017

Un ddl per prevenire le fake news e’ stato presentato a Palazzo Madama da un gruppo di senatori che coprono, di fatto, tutto l’arco delle forze politiche in campo. Sanzioni per chi offende o pubblica fatti non veri, ma anche educazione nelle scuole all’alfabetizzazione mediatica, piu’ reponsabilita’ per i gestori dei siti, diritto all’oblio e stop all’anonimato di chi apre un sito o un blog, sono i cardini del provvedimento che non riguarda le testate giornalistiche. Il testo modifica il codice penale, introducendo l’ammenda fino a 50mila euro, per chi pubblichi o diffonda notizie false, esagerate o tendenziose che riguardino dati e fatti infondati o non veri sui social che non siano espressione di giornalismo online. Se con tale comportamento si incorre nel reato di diffamazione la parte offesa puo’ chiedere un risarcimento. Nel codice vengono anche introdotti due nuovi delitti: reclusione non inferiore a 12 mesi e ammenda fino a 5mila euro per “chiunque comunichi voci o notizie false, esagerate o tendenziose che possano procurare pubblico allarme” o per chiunque rechi un danno agli interessi pubblici. Carcere, non inferiore a due anni, e multa fino a 10mila euro per chiunque si renda responsabile di campagne d’odio contro individui o campagne volte a minare il processo democratico ( il nuovo articolo 265 ter del codice penale, introdotto dal ddl).

DIRITTO DI REPLICA Il testo, inoltre, combatte l’anonimato di quanti aprono un sito web, un blog, un forum o una piattaforma online per la diffusione di informazioni sulla rete. Il ddl prevede che l’amministratore del sito comunichi, entro 15 giorni dalla diffusione online, al tribunale competente per territorio, nome cognome, domicilio, codice fiscale e E mail certificata. Con l’articolo 4 del provvedimento si riconosce un “diritto di replica”, che consenta la rettifica di un’informazione erronea o lesiva pubblicata online. E viene introdotto anche il cosiddetto ‘diritto all’oblio’: il ddl stabilisce la possibilita’ di chiedere la rimozione dal web di contenuti diffamatori o di dati e informazioni personali trattati violando le norme vigenti. Il testo non dimentica ‘l’alfabetizzazione mediatica’ introducendo modifiche alla cosiddetta ‘Buona scuola’. Quindi punta alla responsabilita’ dei gestori: sono tenuti a monitorare costantemente il sito internet e, se necessario, a rimuovere contenuti dalla piattaforma. Infine, si stabilisce che la commissione di vigilanza Rai incentivi le emittenti radio e Tv pubbliche a sfruttare al meglio le possibilita’ offerte dai media online verificando che la loro presenza su internet sia conforme agli standard previsti per l’informazione offline. “Credo si tratti di una battaglia di civilta’, data l’importanza della materia c’e’ bisogno del contributo di tutti”, ha sottolineato la senatrice di Ala Adele Gambaro, spiegando che il provvedimento non prevede alcun bavaglio al web e non tocca la liberta’ di espressione di cui all’articolo 21 della Costituzione, ma estende i vincoli gia’ previsti anche “alla realta’ virtuale”.

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