IRPEF, vi regaliamo 640 euro: prendeteli e fatene ciò che volete

Taglio dell'Irpef - (pexels) - IlFogliettone.it

Taglio dell'Irpef - (pexels) - IlFogliettone.it

Bonus in busta paga rinviato: l’Irpef al centro del dibattito politico, ecco qual è il vantaggio effettivo per i lavoratori.

Negli ultimi mesi si è parlato con insistenza di un possibile nuovo bonus in busta paga legato al taglio dell’Irpef, un intervento che il governo Meloni avrebbe voluto attuare già nell’estate 2025. Tuttavia, le parole recenti del viceministro all’Economia Maurizio Leo fanno presagire che l’attesa sarà ancora lunga. L’obiettivo di ridurre il carico fiscale sul ceto medio rimane una priorità, ma la sua concretizzazione potrebbe slittare alla legge di Bilancio 2026.

La misura allo studio prevede una riduzione della seconda aliquota Irpef, passando dall’attuale 35% al 33%. Si tratta di un taglio mirato a chi percepisce un reddito tra i 28.000 e i 50.000 euro, una fascia di popolazione che non ha beneficiato pienamente dei precedenti interventi di riduzione del cuneo fiscale. Secondo Leo, questa operazione garantirebbe una “boccata d’ossigeno” al ceto medio, fornendo un modesto ma importante aumento netto in busta paga.

Già con la legge di Bilancio 2024 il governo aveva operato una riforma dell’Irpef, accorpando il primo e il secondo scaglione e fissando un’aliquota unica del 23% fino a 28.000 euro. Questo aveva comportato un risparmio massimo di 260 euro l’anno per i redditi beneficiari. Ora, con il nuovo intervento si punta a proseguire lungo questa strada, riducendo ulteriormente la pressione fiscale, ma i tempi sembrano rallentarsi.

L’effetto del taglio al 33% si rifletterà solo sulla quota di reddito compresa tra 28.000 e 50.000 euro, generando un risparmio fiscale calcolabile. Per ogni mille euro presenti in questa fascia, il risparmio è di 20 euro annui. Ad esempio, un reddito di 36.000 euro comporterà un vantaggio di 160 euro all’anno, mentre chi guadagna 50.000 euro risparmierà fino a 440 euro. Se il tetto verrà alzato a 60.000 euro, il massimo risparmio raggiungerà i 640 euro.

Pensionati, autonomi e dipendenti tutti coinvolti

Non solo lavoratori dipendenti saranno interessati dalla misura: il taglio dell’Irpef si applicherà a tutti i percettori di reddito, inclusi i pensionati e i lavoratori autonomi. L’intento è quello di agire in modo trasversale, andando a rafforzare il potere d’acquisto di una larga fascia della popolazione, in un momento economico ancora segnato dall’inflazione e dal rallentamento della crescita.

Uno dei principali ostacoli alla realizzazione di questa riforma è rappresentato dalla copertura finanziaria. La misura, secondo le stime, costerebbe circa 5 miliardi di euro. Il governo confida nel buon esito del concordato preventivo e nella lotta all’evasione fiscale per reperire le risorse necessarie, ma la certezza manca. Solo una parte dei fondi – circa un miliardo – potrebbe arrivare dalla recente gara del Lotto.

Taglio dell'Irpef - (pexels) - IlFogliettone.it
Taglio dell’Irpef – (pexels) – IlFogliettone.it

Le prospettive per il 2026

La legge di Bilancio 2026 si presenta quindi come il vero banco di prova per questo intervento. Sarà in quell’occasione che il governo potrebbe trovare la quadra per finanziare il taglio dell’aliquota Irpef e introdurre, finalmente, il bonus promesso. Fino ad allora, l’ipotesi di un intervento già entro il 2025 sembra sfumare.

Per chi sperava in un bonus in busta paga già nei prossimi mesi, la delusione è inevitabile. Tuttavia, il progetto non è stato accantonato e resta nelle intenzioni dell’esecutivo. Resta da capire se le condizioni economiche e politiche permetteranno davvero di mantenere l’impegno, o se anche il 2026 sarà un altro anno di attese e promesse.