Juncker-May, nessun accordo su Brexit. E resta il nodo irlandese

Juncker-May, nessun accordo su Brexit. E resta il nodo irlandese
Il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, e il primo ministro britannico, Theresa May
5 dicembre 2017

L’Unione europea e il Regno unito non sono riusciti a chiudere l’accordo per completare la prima fase dei negoziati sulla Brexit, l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue, nonostante l’ottimismo fatto trapelare dalle due parti alla vigilia dell’incontro odierno a Bruxelles. Un accordo a tappe sui tre dossier prioritari della Brexit – costi, diritti dei cittadini espatriati e frontiera irlandese – avrebbe aperto la strada ai negoziati commerciali reclamati con insistenza da Londra. E invece ci sarà bisogno di lavorare ancora per raggiungere un’intesa. La posizione assunta dal Partito democratico unionista nordirlandese (Dup), piccolo ma decisivo alleato di governo di May, ha bloccato tutto: sul piano economico o politico, l’Irlanda del Nord non accetterà regole diverse dal resto della Gran Bretagna. E da questa posizione occorre ripartire, perché senza il sostegno del Dup, non ci sarebbe più un governo May.

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“Malgrado i nostri migliori sforzi”, “non è stato possibile arrivare a un accordo completo”, ha dichiarato il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker al termine di “un lungo pranzo di lavoro” con la premier britannica Theresa May. Il capo dell’esecutivo europeo, che ha definito il capo del governo di Londra un negoziatore “coriaceo”, ha affermato che un accordo appare comunque possibile “nel corso della settimana”. Sono stati fatti “molti progressi”, ma “su un paio di questioni ci sono delle divergenze che richiedono negoziati e consultazioni. Ci riuniremo ancora e ho fiducia che risolveremo positivamente” la questione, ha confermato da parte sua Theresa May, durante le brevi dichiarazioni alla stampa che hanno preceduto il suo incontro con il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Quest’ultimo, in un messaggio su Twitter dopo il colloquio con la premier di Londra, ha spiegato: “Ero pronto a presentare domani la bozza delle linee guida dei 27 per i negoziati sulla transizione e sulle relazioni future. Ma il Regno Unito e la Commissione (europea) hanno chiesto più tempo. Ora il tempo stringe davvero ma un accordo al Consiglio europeo di dicembre è ancora possibile”.

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E con la May si è intrattenuto a colloquio anche il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, che ha parlato di un “colloquio positivo”. “I negoziati devono continuare, ma sono fiducioso che i 27 raggiungeranno un accordo con il Regno unito”, ha commentato su Twitter. Intanto, il primo ministro irlandese Leo Varadkar si è detto “sorpreso e deluso” per l’apparente marcia indietro fatta dal governo britannico riguardo all’accordo sullo status della frontiera irlandese dopo la Brexit, che ha contribuito al momentaneo fallimento dell’accordo con l’Ue. “Sono sorpreso e deluso per il fatto che il governo britannico adesso sembri non essere in posizione di portare a conclusione quanto era stato concordato oggi”, ha detto Varadkar, spiegando questo fallimento con l’atteggiamento dell’alleato del governo di Theresa May, il Partito democratico unionista dell’Irlanda del Nord (Dup). Proprio il Dup ha fatto sapere che non accetterà un accordo tra Londra e Ue in vista della Brexit che prevederebbe la permanenza dell’Irlanda del Nord nel mercato unico. Convocata in gran fretta una conferenza stampa a Belfast, la leader del Dup, Arlene Foster, ha escluso che il partito possa accettare qualsiasi soluzione “che separi l’Irlanda del Nord sul piano economico o politico dal resto del Regno Unito”. askanews

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