Landini nuovo segretario Cgil: “Unità e diritti”. E subito sfida al Governo

Landini nuovo segretario Cgil: “Unità e diritti”. E subito sfida al Governo
Susanna Camusso e Maurizio Landini
25 gennaio 2019

A 15 anni, penultimo di 5 figli, inizia a lavorare come operaio saldatore, a 57 prende le redini del primo sindacato italiano, dopo una vita nelle tute blu e nella lotta per la ‘dignita” del lavoro: Maurizio Landini, emiliano, e’ stato eletto nuovo segretario generale della Cgil con il 92,7% dei voti a favore. Dopo giornate concitate e fibrillazioni interne prende il testimone da Susanna Camusso, la prima donna alla guida della Cgil per otto anni. Vincenzo Colla e Gianna Fracassi sono stati proposti vicesegretari. Landini, visibilmente emozionato e a piu’ riprese applaudito dalla platea, ha illustrato per 40 minuti all’assemblea generale le linee programmatiche. Ha aperto il suo intervento sottolineando di “sentire il peso del suo ruolo” e ha promesso di guidare una Cgil unita: “Non abbiamo fatto prevalere aspettative personali. La Cgil e’ una o non e’. Se qualcuno si sente landiniano, colliano o camussiano sappia che sono sintomi di una malattia che va curata subito”.

Poi l’affondo al governo: “Dobbiamo cambiare le scelte sbagliate che sta facendo”. I temi sono tanti dal blocco “generalizzato” dei cantieri “che non e’ intelligente” alla chiusura dei porti, “una logica insopportabile e inaccettabile, per noi vengono sempre prima le persone”. Landini ha anche rilanciato la manifestazione unitaria contro la legge di bilancio del 9 febbraio: “Dobbiamo dare voce e parola al lavoro, il 9 febbraio dobbiamo riempire la piazza. Quello che si definisce il governo del cambiamento non sta cambiando un bel niente: la manovra e’ miope e recessiva”. Ancora non poteva mancare il riferimento alla lotta per i diritti e la dignita’ del lavoro: “Tutti quelli che lavorano abbiano gli stessi diritti. Questa e’ una societa’ che mercifica e sfrutta le persone, dobbiamo combatterla qui e ora. E’ un impegno che val bene una vita”.

Infine il nuovo appello all’unita’ sindacale e alla necessita’ di una legge sulla rappresentanza: “Va ricostruita dal basso come ha detto Annamaria Furlan nel suo intervento qui al congresso. Dobbiamo avviare una nuova stagione unitaria, che non sia solo la somma di Cgil Cisl e Uil ma che ricostruisca l’unita’ sociale del mondo lavoro”. L’iniziale corsa a due con Vincenzo Colla per leadership del sindacato ha rischiato di spaccare la Cgil fino all’ultimo momento. La conta dei voti si e’ evitata solo alla fine: a Congresso gia’ iniziato ieri Colla ha fatto un passo indietro e ha annunciato l’accordo per una soluzione. Ma ancora stamattina l’intesa sembrava in bilico ed era girata la voce di una rottura. Voce subito smentita dalla Camusso che ha parlato di “logica delle gole profonde” e ha definito “grave” che ci sia stato chi, “dietro l’anonimato, non avendo neanche il coraggio delle proprie azioni” abbia cercato “di boicottare la soluzione unitaria che ha trovato la Cgil”.

Il problema sarebbe sorto proprio in relazione alla possibilita’ che Susanna Camusso restasse nella segreteria nazionale. Ipotesi questa poi tramontata, al suo posto entrera’ la segretaria della Flai Ivana Galli. In segreteria entrera’ anche Emilio Miceli, leader dei chimici della Filctem a fronte delle uscite di Franco Martini per limiti di eta’ e di Camusso appunto che dovrebbe restare in Cgil come responsabile delle politiche internazionali. E proprio nel giorno dell’elezione del nuovo leader la Cgil e’ scivolata su un tweet su Maduro che aveva dato una lettura completamente fuorviante del senso dell’ordine del giorno approvato dal Congresso sulla situazione in Venezuela profilando un appoggio al presidente. Un altro tweet ammetteva lo sbaglio e Landini in conferenza stampa ha rassicurato: “Ci sono state un po’ di strumentalizzazioni e polemiche: non abbiamo mai detto che la Cgil e’ con Maduro, abbiamo sempre detto che quel governo ha peggiorato le condizioni di quelle persone. Ma pensiamo anche che un intervento esterno sia una lesione alla democrazia che non va bene”.

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