L’Europa peggiora stime di crescita e conti pubblici dell’Italia. Ma promette flessibilità

L’Europa peggiora stime di crescita e conti pubblici dell’Italia. Ma promette flessibilità
9 novembre 2016

La Commissione europea ha rivisto in peggio le previsioni sulla crescita economica e i conti pubblici dell’Italia. Tuttavia, presentando le sue nuove stime, il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici ha confermato la sua indole di colomba, lasciando sperare che non vi siano drastiche bocciature o duri contrasti all’orizzonte. Di sicuro, nel piano di bilancio 2017 presentato da Roma non vi erano quegli elementi “eccezionali” tali da giustificare un “rigetto” immediato da parte dell’Ue, ha chiarito. Ma i dati sono in oggettivo peggioramento. La crescita nella Penisola è “destinata proseguire ad un ritmo modesto – rileva l’Ue nelle previsioni autunnali – mentre le persistenti ristrettezze sulle condizioni finanziarie e l’incertezza frenano un recupero più forte”. Per quest’anno si prevede un aumento del Pil limitato allo 0,7 per cento, mentre sul 2017 è atteso uno 0,9 per cento. Sei mesi fa Bruxelles indicava 1,1 per cento nel 2016 e 1,3 per cento nel 2017. Sul 2018 viene pronosticato un più 1 per cento del Pil. Crescita più flebile che certo non aiuta a migliorare i conti, anzi. Il deficit viene ora previsto al 2,4 per cento del Pil quest’anno e il prossimo anno, mentre segnerà un lieve aumento al 2,5 per cento del Pil nel 2018. Sei mesi fa veniva stimato un deficit-Pil al 2,4 per cento nel 2016 ma poi all’1,9 per cento nel 2017. Anche più netto il peggioramento sul debito, al 133 per cento del Pil quest’anno e poi al 133,1 per cento in 2017 e 2018. Sei mesi fa era atteso 132,7 per cento quest’anno e al 131,8 per cento il prossimo.

In realtà la voce più osservata sui conti è quella del deficit strutturale: 1,6 per cento quest’anno e in peggioramento al 2,2 per cento sul 2017 e al 2,4 per cento nel 2018. Qui il deterioramento è anche più evidente dato che in primavera veniva stimato 1,7 per cento su 2016 e 2017. “E’ vero che peggiorerà di oltre mezzo punto percentuale nel 2017, mentre il debito aumenterà nel 2016 ma poi, e questa è la buona notizia, dovrebbe stabilizzarsi in 2017 e 2018”, ha osservato Moscovici. “Siamo in un processo di dialogo costruttivo con l’Italia, questa Commissione capisce le sue difficoltà economiche e sociali e la accompagna nei suoi sforzi di riforma. La flessibilità è stata già concessa nel 2016 e dobbiamo lavorare per tenerne conto in maniera giusta e proporzionate anche sulle spese che si possono e si devono sostenere per accogliere rifugiati per conto di tutta l’Europa, o per prevenire e curare le catastrofi come sono i terremoti. In questo quadro – ha concluso l’eurocommissario – daremo il nostro parere la prossima settimana” sul bilancio italiano. “Vi chiedo un po di pazienza”. La revisione però coinvolge anche le attese sul mercato del lavoro, dove “si profila una decelerazione – secondo l’Ue – con il venire meno degli incentivi alle assunzioni”. Il tasso di disoccupazione resterà al di sopra dell’11 per cento nei prossimi due anni: 11,5 per cento nel 2016, all’11,4 per cento nel 2017 e all’11,3 per cento nel 2018. Nel frattempo l’occupazione segnerà un più 1,2 per cento quest’anno, con un rallentamento al più 0,7 per cento nel 2017 e nel 2018.

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