L’Ue si sveglia: sostenere guardacoste per ridurre flussi migranti. Ma ora servono fatti

L’Ue si sveglia: sostenere guardacoste per ridurre flussi migranti. Ma ora servono fatti
25 gennaio 2017

La Commissione europea ha proposto, oggi a Bruxelles, una serie di nuove iniziative miranti a ridurre il flusso dei migranti irregolari che dalla Libia cercano di raggiungere via mare l’Ue attraverso l’Italia (e Malta), a contrastare i trafficanti e a salvare più vite nel Mediterraneo, aumentando il sostegno (in termini di “training” e finanziamenti) alla Guardia Costiera e alla Marina libiche e mettendole in condizione d’intervenire in modo più efficace e sistematico nelle proprie acque territoriali. Le proposte sono state avanzare anche in vista del vertice informale dei capi di Stato e di governo dei Ventisette (l’Ue senza il Regno Unito) il 3 febbraio a Malta. Nonostante il fatto che le risorse e le attività destinate alle operazioni dell’Ue in mare siano state triplicate dal 2015, in particolare con l’operazione Sophia Eunavfor (che ha già salvato più di 32.000 persone), la perdita di vite umane è aumentata perché sono aumentati i flussi lungo la rotta del Mediterraneo centrale, arrivando al record di oltre 181.000 migranti e rifugiati che l’hanno attraversato nel 2016, osserva la Commissione in una nota.

PROGRAMMA SEAHORSE L’Esecutivo comunitario, su iniziativa dall’Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune Federica Mogherini e del commissario agli Affari interni e immigrazione, Dimitris Avramopoulos, propone di rafforzare il sostegno esistente alla guardia costiera e alla marina libiche attraverso l’ampliamento delle attività di formazione ed equipaggiamento dei guardacoste (con un finanziamento supplementare immediato di 1 milione di euro), il programma “Seahorse”, una sovvenzione di 2,2 milioni di euro nell’ambito del programma di sviluppo e protezione regionale nell’Africa settentrionale, e l’istituzione di un centro di coordinamento del salvataggio marittimo. Il programma “Seahorse”, con la rete “Seahorse Mediterraneo”, mira a rafforzare le autorità costiere dei paesi del Nord Africa e consentire una migliore cooperazione operativa fra loro. La Commissione mira a renderlo operativo entro la primavera del 2017.

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MOGHERINI La Commissione, inoltre, intende aumentare il proprio sostegno all’Unhcr (l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati) e all’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni), per garantire la protezione dei diritti umani e migliorare le condizioni di vita di profughi e migranti in Libia (incluse le persone salvate o intercettate nelle acque territoriali e riportate a terra). L’Ue lavorerà con l’Unhcr e con le autorità libiche per affrontare la situazione di quanti necessitino protezione internazionale (aumentando anche i reinsediamenti nei paesi europei dei rifugiati) e con l’Oim per espandere il suo programma di ritorno volontario assistito dalla Libia verso i paesi di origine. “Già da diversi mesi, da dopo l’estate, stiamo facendo formazione della Guardia costiera libica, attraverso l’operazione Sophia, con attività a cui partecipano centinaia di persone attentamente selezionate, per ovvi motivi, non solo dalle autorità libiche ma anche da quelle europee. Noi italiani – ha spiegato Federica Mogherini rispondendo ai cronisti durante la conferenza stampa di presentazione delle nuove iniziative, nel pomeriggio a Bruxelles – sappiamo bene che in passato c’erano state difficoltà logistiche, di motivazione o di sostenibilità dei progetti per il training della Guardia costiera o delle forze di sicurezza in Libia”.

FERMARE TRAFFICANTI “Ma oggi – ha proseguito Mogherini – sta andando molto bene, e questo sta portando all’espansione della iniziale fase programmata. La novità sta dunque nell’intensificazione di questo lavoro, anche con risorse maggiori, ciò che risponde alle esigenze segnalateci dalle autorità libiche”. L’Alto Rappresentante ha quindi sottolineato che, dopo il dispiegamento dell’operazione Sophia, “la perdita di vite umane avviene sempre più vicino alle coste, nelle acque territoriali libiche, dove non entrano le navi di Sophia”, che operano solo nelle acque internazionali. “Fermare i trafficanti, neutralizzare le loro imbarcazioni e salvare le vite nelle acque territoriali è compito dei libici, e a questo serve il training” della Guardia costiera. Inoltre, ha aggiunto Mogherini, c’è anche un aspetto economico legato alla sicurezza delle acque territorial: “Per i libici, è importante avere una Guardia costiera funzionante, per garantire la sicurezza e per l’economia locale, perché permetterebbe la ripresa a pieno ritmo delle attività di pesca in quelle zone. E questo – ha concluso – costituirebbe un’alternativa economica al traffico (di esseri umani, ndr) per le popolazioni locali”.

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