Lo scaricabarile su Mattarella di leader senza coraggio

Lo scaricabarile su Mattarella di leader senza coraggio
Da sinistra: Matteo Salvini, Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti
18 agosto 2019

“La data del voto la decide Mattarella” sostiene Luigi Di Maio. “Vediamo con il presidente Mattarella qual è la decisione migliore per salvare l’Italia” sospira Nicola Zingaretti. Fa un po’ sensazione tutto questo richiamarsi alla “saggezza del Quirinale” da parte dei protagonisti della crisi. E non solo perché, tra chi la invoca, c’è pure quel Di Maio che poco più di un anno fa per Mattarella chiedeva l’impeachment. Ma anche perché questo continuo tirare per la giacca arriva dopo anni di polemiche per il troppo interventismo, in passato, dei vari inquilini del Colle.

Invece i leader oggi pretendono che Mattarella li guidi sulla strada che vorrebbero a tutti i costi percorrere, ma senza avere il coraggio di prendersi la responsabilità della scelta. “Io non faccio inciuci! Ma ce lo ha chiesto il presidente…”. Lo stesso Grillo l’ha lasciato intendere: “Non si tratta con gli avvoltoi – leggasi Renzi – ma solo con altri Elevati”, cioè con Mattarella. Se poi l’elevato chiede ai grilli di farsi mangiare dagli avvoltoi, allora è tutta un’altra storia.

Tutti sembrano dimenticare che il presidente della Repubblica ha compiti ben circostanziati in caso di crisi. Prima di sciogliere le Camere verifica l’esistenza di possibili maggioranze. Ma non potrebbe – o meglio, non dovrebbe – certo fabbricarle lui, le possibili maggioranze. Invece i giocatori non solo vogliono un arbitro che parteggi per la propria squadra. Ma che si spinga addirittura a segnare di persona il gol decisivo. Dimenticando che un arbitro, per quanto bravo, non potrà mai trasformare in godibile una partita giocata da squadre scarse. Ah, quanto scarse…

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