Il M5s non molla e ribadisce no alla Tav: “Al governo la fermeremo”. E attacca la Boschi

Il M5s non molla e ribadisce no alla Tav: “Al governo la fermeremo”. E attacca la Boschi
18 dicembre 2016

Il M5S ribadisce il no al Tav Torino-Lione. Alla vigilia della ratifica del trattato fra l’Italia e la Francia, la cui discussione comincerà domani alla Camera, una delegazione di parlamentari sale fino a Susa (Torino) e, sfidando una temperatura non lontana dallo zero, improvvisa una catena di piccoli comizi fra le vestigia dell’antica Arena romana davanti ai drappelli degli irriducibili No Tav. “L’accordo verrà approvato – prevede il deputato Vincenzo Caso, futuro capogruppo pentastellato – perché i numeri sono dalla parte degli altri. Ma se andremo al governo fermeremo il supertreno”. L’accento viene messo sullo “spreco di denaro pubblico”, visti gli oltre due miliardi che per effetto del via libera all’alleanza italo-francese verrebbero stanziati. Caso e il collega Ivan Della Valle raccontano anche un retroscena che, a loro avviso, tradisce la “sospetta” fretta del potere: “Non erano ancora partite le consultazioni per il nuovo governo, ma l’esecutivo dimissionario insisteva perché la discussione dell’accordo venisse messa subito in calendario. La Boschi disse che in caso contrario ci sarebbero state ‘ripercussioni’. Quali? Non si sa”.

LINEA PERINO L’appuntamento di Susa cade per il M5S nel mezzo della burrasca romana. E anche se i big danno forfait (alla vigilia era dato per presente persino Beppe Grillo) diventa l’occasione per ridare ai cinque stelle un po’ di slancio partendo dal basso. Perché “il movimento va avanti sulle gambe della gente” dice la deputata Laura Castelli. “E quello che non ti uccide ti rafforza”, aggiunge il senatore Alberto Airola. “Andare al governo” è la parola d’ordine che passa di bocca in bocca. “Non c’è altra scelta”, afferma la consigliera regionale Francesca Frediani. E Guido Montanari, vicesindaco a Torino nella giunta di Chiara Appendino, auspica un “fronte nazionale” capace di “andare oltre i vincoli delle nostre amministrazioni locali”. Ad un certo punto la linea sembra dettarla Alberto Perino, lo storico e carismatico leader dei No Tav: “Dovete imparare da noi. Se siamo ancora qui dopo 26 anni di lotte è perché non abbiamo mai escluso nessuno e, nei momenti di difficoltà, non ci siamo scannati sui social network, ma abbiamo discusso guardandoci negli occhi”. Il deputato salernitano Andrea Cioffi apprezza: “Voi della Valle di Susa siete un esempio bello. Niente poltrone, solo spirito di servizio. Se ci innamoriamo del potere, ci fottono …”. E Ivan Della Valle tenta di completare la saldatura con i No Tav attaccando un magistrato, Francesco Saluzzo, procuratore generale del Piemonte, reo di avere diffuso una lettera di critiche a un consigliere comunale torinese che aveva espresso solidarietà agli attivisti condannati: “Era una lettera intimidatoria. Non dovrebbe interferire con la politica. E si dovrebbe vergognare”.

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