Dl Aiuti bis slitta in aula martedì, niente accordo al Senato tra i partiti

Dl Aiuti bis slitta in aula martedì, niente accordo al Senato tra i partiti
Senato
7 settembre 2022

L’approdo in Aula del Senato del dl Aiuti bis slitta a martedì prossimo alle 12 (era calendarizzato per oggi). Un ulteriore ritardo che mette ancor di più in difficoltà cittadini e imprese alle prese con il caro-bollette. Non si sciolgono, infatti, i nodi relativi al superbonus e al docente esperto. A puntare i piedi sulle modifiche sono Movimento 5 stelle e “Alternativa c’è”, mentre gli altri erano propensi a prendere in considerazione anche questa soluzione, se tutti avessero accettato. Il provvedimento, secondo quanto stabilito dalla capigruppo e a meno di un accordo nei prossimi giorni, arriverà in Aula con tutti gli emendamenti che sono oltre 400.

La seduta sul dl Aiuti bis inizierà “alle ore 12, anche se” l’esame “non” dovesse essere “concluso in sede referente”, ha puntualizzato il vicepresidente di turno Roberto Calderoli (Lega), prendendo la parola in Aula al termine della Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama. “Fermi restando i tempi già assegnati per la discussione generale, ciascun gruppo avrà a disposizione ulteriori dieci minuti per l’esame di tutti gli emendamenti comprensivi di illustrazione, discussione e dichiarazioni di voto”, al netto delle dichiarazioni di voto finali.

A questo punto, il dl Aiuti bis potrebbe arrivare in Aula nella versione approvata inizialmente dal governo, senza nessuna modifica. Una situazione di tensione che rischia di gravare anche sugli attesi nuovi interventi per contrastare la crisi energetica da parte del governo, tanto che, secondo alcuni, potrebbe slittare anche il Consiglio dei ministri previsto per domani. Per tutta la giornata, i gruppi parlamentari al Senato da un lato e il ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D’Incà dall’altro hanno lavorato ad un’intesa trasversale, che andava siglata nelle commissioni Finanze e Bilancio: l’idea era di eliminare tutti gli emendamenti o almeno quelli “onerosi”, o di mettere un tetto per gruppo a quelli in discussione.

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Fra le ipotesi che in Senato si affacciano, infatti, c’è quella di giungere ad un punto di caduta per cui si arrivi in Assemblea con un solo emendamento per ciascun gruppo. Dalle parti del governo viene riferito, non c’è preoccupazione circa la conversione del decreto, ma si registra qualche apprensione sul fatto che nel corso di questo iter possano restare delle distanze fra esecutivo e maggioranza, rispetto alle rispettive posizioni. 

Fra le posizioni distanti, in particolare per M5S, la norma sulla responsabilità in solido per la cessione del credito per Superbonus e bonus edilizi, come detto. A portare avanti la battaglia sul Superbonus sono stati, oggi, i capigruppo M5s rispettivamente in commissione Bilancio e Finanze, GianMarco Dell’Olio e Emiliano Fenu. La pensa in modo diametralmente opposto la presidente dei senatori Pd, Simona Malpezzi. Ed è scoppiato il caos. Infine, è ancora aperto anche il tema degli ‘insegnanti esperti’ della scuola che piace poco a sinistra.

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