Mattarella a Firenze per Ue, monito contro ricette sovraniste

Mattarella a Firenze per Ue, monito contro ricette sovraniste
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
10 maggio 2018

Mentre a Roma Movimento cinque stelle e Lega lavorano – con le ore ormai contate – per trovare un accordo politico sul governo, sul programma e sulla premiership Sergio Mattarella, ieri, ha lanciato da Fiesole, alle porte di Firenze, un monito verso una certa “narrazione sovranista” che propone “soluzioni seducenti” ma “inattuabili” e poi ha dato la colpa di tutto all’Unione europea e ai suoi rigidi paletti. Una discreta road map questa – nel fondamentale tassello dei rapporti che ogni esecutivo deve intrattenere con l’Ue – per il governo che da qui a poco dovrebbe insediarsi. Il capo dello Stato ha passato l’intera giornata a Firenze – da dove, stamattina, è partito alla volta di Palermo per essere poi a Roma nel pomeriggio -, presenziando a più appuntamenti, anche con i presidenti irlandese e portoghese, dell’ottava edizione del convegno “The State of The Union”. Iniziativa organizzata dall’Istituto universitario europeo che domani vedrà anche l’intervento e la partecipazione del governatore della Bce Mario Draghi e del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.

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È necessario, ha sottolineato Mattarella nel suo discorso, “avviare una riscoperta dell’Europa come di “un grande disegno” sottraendoci all’egemonia di particolarismi senza futuro e di una narrativa sovranista pronta a proporre soluzioni tanto seducenti quanto inattuabili, certa comunque di poterne addossare l’impraticabilità all’Unione”. Poi il richiamo a riscoprire una “solidarietà” vera in Ue mettendo al bando la solidarietà “stagnante” e le diffidenze anche tra governi e istituzioni degli ultimi tempi. Un discorso che, ha osservato l’ex premier Enrico Letta, anche lui ospite del convegno, “mette i paletti rispetto a qualunque discussione politica oggi sull’Italia. Io l’ho letto come un discorso per tutta l’Europa e per tutta l’Italia” perché “non è con il ritorno ad un sovranismo ottocentesco che si risolvono i problemi nazionali”.

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