Milan-Fiorentina 2-1, i viola ultimi dopo il ko di San Siro: Pioli furioso con arbitro e Var
Un penalty contestato e un gol da fuori area regalano ai rossoneri la vittoria in un match povero di emozioni.
Stefano Pioli
La Fiorentina crolla a San Siro contro il Milan (2-1) e resta inchiodata all’ultimo posto in classifica, senza vittorie dopo sette giornate. Una sconfitta che brucia, segnata dal gol decisivo di Rafael Leao su rigore e da decisioni arbitrali che hanno mandato su tutte le furie l’allenatore viola Stefano Pioli. L’ex tecnico rossonero, accolto con affetto dai tifosi milanisti, ha puntato il dito contro l’arbitro Marinelli e il Var Abisso, rei di aver condizionato il match.
Una partita senza scintille
Il match, avaro di emozioni, si è deciso su episodi. Nel primo tempo, dominato da un ritmo lento e da squadre compatte, la Fiorentina ha tenuto il controllo senza pungere, mentre il Milan, poco incisivo, si è affidato alle folate di Leao. Pioli, privo di Gudmundsson (lasciato in panchina), ha puntato su Kean, ma l’attaccante non ha brillato. Al 56’, la svolta: un cross di Fagioli, deviato da Ranieri, ha portato al gol di Gosens, con Maignan non impeccabile. Un’illusione durata poco.
Leao e il Var ribaltano i viola
Al 63’, Leao ha pareggiato con un tiro da fuori area, sorprendendo un incerto De Gea. La Fiorentina, in dieci per l’infortunio momentaneo di Ranieri, ha subito il colpo. La beffa è arrivata all’85’, quando un intervento di Parisi su Gimenez ha spinto Marinelli a concedere un rigore dopo un lungo consulto al Var. Leao, glaciale dal dischetto, ha firmato il 2-1. Le proteste viola, con Pradé in testa, non sono servite a nulla. Nel finale, un assedio sterile ha lasciato la Fiorentina a mani vuote.
Crisi viola, calendario in salita
Con soli tre punti in sette giornate, la situazione della Fiorentina è drammatica. Il calendario non aiuta: le prossime sfide saranno contro avversari di peso. Pioli, sotto pressione, deve trovare soluzioni rapide per invertire la rotta. I cambi, con l’ingresso di Gudmundsson e Piccoli, non hanno sortito effetti. La squadra, apparsa fragile e poco incisiva, rischia di sprofondare ulteriormente in una crisi che sembra non avere fine.
