Non c’è il governo e già si parla di legge elettorale. E torna a farsi largo il Mattarellum

Non c’è il governo e già si parla di legge elettorale. E torna a farsi largo il Mattarellum
12 dicembre 2016

Il nuovo governo, guidato da Paolo Gentiloni, non e’ ancora operativo che gia’ dentro e fuori il Parlamento si entra nel vivo della discussione sulla nuova legge elettorale. E, dopo giorni di sponsorizzazione del proporzionale da parte di molte forze politiche, oggi a sorpresa fa la sua ricomparsa sulla scena il Mattarellum, la legge elettorale che fu spodestata dal Porcellum a fine 2005 e che porta il nome proprio dell’attuale presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. A rilanciare il sistema elettorale pre-Porcellum e’ una parte del Pd ma, soprattutto, a sorpresa e’ il leader leghista Salvini. Il primo a fare esplicito riferimento al Mattarellum e’ Karl Zeller, del gruppo ‘Per le autonomie’ del Senato, al termine delle consultazioni con il premier incaricato Paolo Gentiloni: “La priorita’ del governo e’ quella di fare una nuova legge elettorale in breve tempo. Noi saremmo per reintrodurre il Mattarellum”, spiega.

Poco dopo il Mattarellum viene citato da Sergio Lo Giudice, esponente della minoranza Pd, nel suo intervento alla Direzione del partito: “Sulla legge elettorale partiamo dalla legge Mattarella”. E’ poi Sandra Zampa, prodiana doc, ad annunciare che “alla Camera, Michele Nicoletti ha appena depositato una riproposizione del Mattarellum. Credo sia da li’ che dobbiamo ripartire”, spiega anche lei durante la Direzione dem. Ma a sparigliare le carte e’ soprattutto il leader della Lega, Matteo Salvini che, al termine del Consiglio federale del partito, e alla vigilia della riunione dei partiti del centrodestra convocata proprio per discutere di legge elettorale, rilancia: “Faremo la nostra proposta, depositandola sia alla Camera che al Senato, sul ritorno al Mattarellum, legge gia’ sperimentata e quindi immediatamente riadottabile”.

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COSA E’ Il Mattarellum e’ un sistema misto, nato dopo il referendum abrogativo del 1993 con il quale gli italiani votarono a favore dell’abrogazione del proporzionale. Si passo’ dunque a un sistema elettorale misto a prevalenza maggioritario: 475 seggi per la Camera e 232 per il Senato vengono assegnati secondo un meccanismo maggioritario a turno unico: viene eletto parlamentare il candidato che ha riportato la maggioranza relativa dei suffragi nel collegio. Nello specifico, il Mattarellum prevede per la Camera l’elezione del 75% dei deputati con collegi uninominali e il restante 25% con un sistema proporzionale. Per la parte maggioritaria viene eletto il candidato che ottiene piu’ voti. Nel proporzionale, dove non si esprime la preferenza, accedono alla suddivisione dei seggi le liste che hanno raggiunto la soglia di sbarramento del 4%. Prima della ripartizione occorre pero’ applicare il meccanismo dello scorporo, per cui alla lista vengono sottratti i voti ottenuti dal candidato ad essa collegato che ha vinto nel collegio. Al Senato i tre quarti dei seggi vengono assegnati col sistema maggioritario, in collegi uninominali, a maggioranza semplice e a turno unico. Per il restante quarto dei seggi, si applica il metodo proporzionale.

E’ quindi un sistema che favorisce il bipolarismo, incentivando pero’ la nascita di coalizioni ampie e di alleanze elettorali che non sempre restano unite fino alla fine della legislatura, cosi’ come avvenne nel ’94 per il primo governo Berlusconi, sostenuto da una coalizione di centrodestra (il Polo delle Liberta’ al nord e il Polo del Buon governo al sud), che andava da Forza Italia alla Lega, passando per An fino all’Udc. Il Mattarellum fu anche la legge elettorale con cui vinse il primo governo Prodi, nel 1996, sostenuto da Ulivo (una coalizione che andava dal Pds al Ppi, passando per i Socialisti italiani fino ai Verdi e i Repubblicani e la Rete di Orlando) e Prc di Bertinotti. Fu allora, nel ’96, che si applico’ il cosiddetto ‘patto di desistenza’ tra il partito della Rifondazione Comunista e le forze politiche riunite nella coalizione di centrosinistra l’Ulivo. In virtu’ della desistenza, Rifondazione Comunista non presento’ propri candidati in tutti i collegi elettorali e in quelli assegnati, tramite appunto il patto elettorale, al Prc non venne, di conseguenza, presentato il contrassegno dell’Ulivo.

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