Novara: scoperti maltrattamenti su una bambina di 14 mesi, tracce di cocaina nel sangue
Un caso di maltrattamenti e abbandono che ha dell’incredibile è stato scoperto dalla Polizia di Novara, dove una bambina di soli 14 mesi è stata ritrovata in condizioni disperate, con tracce di cocaina nel sangue e in un ambiente insalubre, tra mozziconi di sigaretta e sporcizia. 
Tuttavia, gli investigatori della Squadra Mobile di Novara, sezione reati contro la persona, hanno scoperto una realtà ben diversa. La piccola è stata trovata in un appartamento in condizioni igieniche precarie, circondata da sporcizia e oggetti pericolosi.
Le gravi condizioni della bambina
“La bambina è stata immediatamente portata in ospedale, dove dagli esami è emersa la presenza di cocaina nel sangue – ha dichiarato Cesare Palenzona, dirigente della Polizia . È stata quindi collocata in una struttura protetta e avviate le procedure per l’adottabilità”.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, l’uomo avrebbe costretto la madre a portare avanti la gravidanza per ottenere un permesso di soggiorno legato alla nascita del figlio. Dopo il parto, la relazione sarebbe proseguita per alcuni mesi, fino a quando l’uomo avrebbe preso con sé la bambina, scomparendo nel nulla.
L’arresto e la confessione
L’indagato, uno straniero senza fissa dimora e con un pesante curriculum criminale (reati contro la persona, il patrimonio, stupefacenti e detenzione di armi clandestine), è stato rintracciato in un locale notturno dopo mesi di latitanza. Dopo iniziali resistenze, ha confessato di aver affidato la piccola a una donna tossicodipendente e pregiudicata, residente in provincia.
Gli agenti hanno quindi individuato l’abitazione, trovando la bambina in uno stato di totale abbandono. Oltre all’uomo, sono state indagate altre due persone, tra cui la donna a cui era stata affidata la minore.
I reati contestati sono maltrattamenti in famiglia, abbandono di minore e lesioni personali. Intanto, la bambina è stata posta sotto tutela, in attesa di un futuro più sicuro. Il caso ha scosso l’opinione pubblica, riaccendendo il dibattito sulla protezione dei minori e sui controlli nei casi di affidamento. Le indagini proseguono per accertare eventuali ulteriori responsabilità.
