E ora la Lega pensa al ‘vecchio’ centrodestra. Zaia: serve un nuovo contratto con gli italiani

E ora la Lega pensa al ‘vecchio’ centrodestra. Zaia: serve un nuovo contratto con gli italiani
Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini
1 agosto 2016

di Giuseppe Novelli

zaia“Tizio, Caio e Sempronio, Pippo, Pluto e Topolino, se parlano questa lingua sono tutti benvenuti” sia “che facciano parte di Forza Italia, della Lega, di Fratelli d’Italia e delle esperienze civiche che meritano attenzione e rispetto. Purché siamo chiari dove vogliamo arrivare”. Nel terzo giorno della festa nazionale della Lega Nord Romagna si torna a discutere del futuro del centrodestra. E della tenuta dell’alleanza siglata a Bologna lo scorso autunno da Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, dopo l’annuncio della convention organizzata da Stefano Parisi. Le “fibrillazioni interne” alla Lega e alla coalizione non le nasconde nessuno. Ma se per il governatore della Liguria, Giovanni Toti, “da Tizio a Topolino” il leader non è il primo punto all’ordine del giorno, per il collega del Veneto, Luca Zaia (foto), la discussione può partire soltanto dalla riscrittura di un nuovo “contratto con gli italiani” di berlusconiana memoria, a patto che questa volta venga “scritto con il sangue” per evitare di lasciare spazio a “tirapiedi e voltagabbana” che in corso d’opera – come nel 2011 – “se ne vadano via”. Non c’è Roberto Maroni alla festa del Carroccio, “assente per motivi familiari”, e a portare la voce della Lombardia sul palco c’è l’assessore leghista all’Agricoltura, Gianni Fava, per il quale “vanno ripristinati gli equilibri” dentro la coalizione, a partire dal lavoro positivo che si sta facendo nel governo del territorio dove “stiamo dando risposte ai cittadini”.

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L’ex portavoce del Cavaliere liquida come “ricostruzioni giornalistiche estive” quelle sul nuovo centrodestra alla ricerca di una guida: “agli italiani di Toti o Parisi, Rossi o Bianchi, non interessa niente – ha spiegato Toti -. A loro interessa che sbarchino un po’ meno clandestini, che ci sia un po’ più lavoro per i cittadini, che l’economia cominci a ripartire, che i servizi pubblici funzionino e che quando si va in un ospedale una persona venga curata al meglio visto che paga le tasse. Credo che il centrodestra nelle regioni che governiamo questo esempio di buon governo lo stiamo dando, senza chiacchiere, senza distinguo, con delle belle squadre di governo”. Per il presidente della Liguria la priorità ora è “cacciare Renzi nell’oblio” attraverso il ‘no’ al referendum in autunno. L’alleanza tra Lega, Fi e FdI è uno “zoccolo duro”, quindi un accordo si troverà: “chi sale in macchina – e io sono convito che le macchine debbano girare piene – deve essere chiaro da dove partiamo e dove vogliamo arrivare.Chiunque fa parte di quella squadra, personalmente è il benvenuto”. Ma “chi sale in macchina per fermarsi alla prima area di servizio e vedere che cosa succede, non fa parte della mia squadra”.

Zaia ripesca il “Contratto sociale” di Jean-Jacques Rousseau, nel quale è il cittadino che delega il politico, a patto che sia chiara “la progettualità”. Per questo “dobbiamo partire da una piattaforma programmatica. Penso che la base di tutto questo viaggio sia il percorso che è dato dal programma – insiste il presidente del Veneto -. Dopo possono salire tutti gli uomini e le donne di buona volontà, ma con un presupposto: Silvio Berlusconi è stato il primo a iniziare un percorso con la firma del contratto con gli italiani, ma questa volta bisogna farlo scrivere con il sangue il contratto, per trovare anche il gruppo sanguigno di chi l’ha firmato. Perché noi di gente voltagabbana, tirapiedi, gente che promette ai cittadini e poi se ne va via come nel 2011. Dare l’idea ai cittadini che quello che diciamo poi lo facciamo. Progetti chiari e mantenere la parola”.

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