Pd apre congresso ai non iscritti. Verso primarie 19 febbraio

Pd apre congresso ai non iscritti. Verso primarie 19 febbraio
Enrico Letta
20 novembre 2022

Nel giorno che lo stesso segretario ha battezzato come quello “dell’orgoglio Pd” l’assemblea nazionale del partito approva a maggioranza assoluta la modifica allo statuto proposta da Enrico Letta che dà il via al congresso costituente che dovrà “aprire” e rifondare il partito. Il testo che Letta chiede di votare passa con 553 voti a favore, 21 contrari e 36 astenuti. “Faremo un congresso costituente che avrà un percorso di allargamento e renderà possibile la partecipazione di persone, soggetti, che oggi hanno cominciato un lavoro di convergenza con noi – spiega il segretario -, con delle regole più semplici che ci consentano di evitare gli ostacoli, forse eccessivi che abbiamo davanti e con tempi certi”.

Il percorso che inizia oggi per approdare alle primarie del 19 febbraio (data che deve armonizzarsi con il voto alle Regionali quindi soggetta a modifiche), anticipando i tempi inizialmente previsti per il congresso, vedrà anche, secondo la road map tracciata da Letta, un’iniziativa pubblica il 17 dicembre “con tutti coloro che vogliono far parte del processo costituente per mettere in campo le nostre proposte economiche nei giorni dell’approvazione della manovra”. Già “giovedì sarà nominato il comitato costituente nazionale” mentre “il manifesto del nuovo Pd sarà presentato all’assemblea nazionale del 20-22 gennaio, sarà discusso lì e se lo si riterrà approvato”. Ma ad essere accorciata sarà solo la fase del voto, ribadisce Letta, mentre “la fase costituente resta inalterata”, sarà “un evento per il Paese e la democrazia” e “ci sarà tempo per discutere e anche per litigare”, per affrontare tutti i “nodi” nella piena “garanzia” di tutto il partito e delle sue diverse anime.

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Proprio il tema correnti è tornato più volte nelle parole degli oltre cinquanta esponenti Dem che sono intervenuti ed è stato al centro di un ordine del giorno ‘anti correnti’ presentato da Lia Quartapelle e Marianna Madia che le hanno definite “il nodo da aggredire”. “Risparmiamoci appelli a sciogliere le correnti da pulpiti edificati su altre correnti” ha tuonato in risposta Gianni Cuperlo dicendosi “stanco di ricevere sputi e insulti da ogni parte, dalle altre due forze di opposizione che sono impegnate a spolpare questo nostro partito”. Poi l’attacco – dopo il passo avanti dei giorni scorsi di Elly Schlein, non iscritta al Pd, per la corsa alla segreteria – verso chi considera “bad company” coloro che fanno politica da iscritti al Pd. “Non capisco e non accetto più che questa sia considerata una bad company mentre il buono deve per forza esistere fuori da noi e il fuori da noi è superiore a noi, chi si iscrive a questo partito perché non riceve lo stesso rispetto chi non è iscritto?”, rilancia Cuperlo.

Nella giornata dell’orgoglio Pd Letta difende il partito e la sua esperienza (“il mio ruolo è questo, voglio interpretarlo fino in fondo” anche se ci sono da prendere “fischi”), ribatte alla “aggressione continua verso di noi” da parte di “altri che sembra facciano l’alternativa a noi” quando “l’alternativa alla destra siamo noi”. Una destra che si dimostra divisa, produce decisioni “improvvisate” in materia economica, attacca i diritti. La sfida del Pd è unire la fase costituente, di rinascita, a quella di opposizione al governo: “Il partito c’è, c’è sui territori, ha vivacità e passato questo periodo di riflessione interna dobbiamo fare del periodo costituente un periodo che ci consenta di fare anche l’opposizione”.

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Diversi esponenti tornano sulla necessità di una fase costituente più lunga e resta qualche perplessità, pur nell’esigenza di realismo che il momento impone. Una riflessione che riecheggia nelle parole del vice segretario Peppe Provenzano: “La nostra dannazione è sempre scegliere la via di mezzo… Abbiamo salvato le date della costituente ma non so se l’abbiamo salvata davvero, ho il dubbio che alcuni di noi non ci credano davvero ma attendono solo la resa dei conti sui nomi”.

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