Pd, aria di scissione anche in Sicilia. Quattro deputati pronti a lasciare. “Regalo a Berlusconi”

Pd, aria di scissione anche in Sicilia. Quattro deputati pronti a lasciare. “Regalo a Berlusconi”
23 febbraio 2017

I venti di scissione sferzano anche il Pd siciliano. Delle tensioni e delle paure si fa interprete un dirigente del partito esperto e navigato come Giovanni Panepinto (foto), numero due del gruppo all’Assemblea regionale siciliana. Quanto sta accadendo per il deputato e’ un regalo inaspettato al centrodestra, alle “ambiguita’ di settori moderati” e alle spinte del “trasformismo” sempre in agguato e di cui sarebbe espressione, a suo dire, anche il governatore Rosario Crocetta con il suo nuovo soggetto politico RiparteSicilia. “Il Pd dovrebbe riprovare ad ascoltare il suo mondo. L’ho chiesto al segretario, ho chiesto una conferenza di tutti gli amministratori, sono loro oggi l’anima del Partito democratico. La scissione e’ un errore. E’ un errore perche’ una societa’ cosi’ complessa puo’ stare al passo del cambiamento solo con la guida di un grande partito”, dice Panepinto, per il quale la scissione sarebbe “nociva, dolorosa, un grande regalo a Silvio Berlusconi. Immaginare di mettere al tavolo quattro partiti comunisti, la nuova sinistra italiana, il soggetto di d’Alema e Bersani e il Pd senza contabilizzare i livori, i rancori e le saghe della vanita’ sembra complicato… Berlusconi probabilmente non immaginava di potere ricevere un regalo cosi grande. Per me la scissione significa questo: un grande errore”.

PRONTO A LASCIARE Una riflessione sofferta quella del parlamentare regionale che ricorda la svolta della Bolognina, “quella duro’ tre anni e sanci’ un passaggio necessario dal Pci al Pds, questa si e’ consumata in una domenica mattina dove tutti noi abbiamo sofferto incollati alla Tv”. Panepinto accosta ora l’ipotesi di scissione a quella di disgregazione e invita a ritrovare le ragioni dell’unita’, recuperare le forze e aprire ad un sano dissenso interno. Tutto questo in controtendenza rispetto alle spinte scissioniste che anche all’Ars sono forti: quattro ad oggi i deputati che vogliono lasciare. Il vicecapogruppo all’Ars avverte sul pericolo di cedere all’assalto degli altri partiti moderati: “Andare via dal Pd e’ un regalo fatto a quell’Opa che arriva da pezzi del sistema moderato che non e’ un partito, ma vive nell’ambiguita’, parlo di Sicilia futura e del movimento del presidente della Regione, due feticci del trasformismo tipicamente siciliano. Questi stanno nel Pd ma poi sono altro. Se va via quella che e’ la sinistra oggi, cosa resta?”, si chiede il parlamentare, “e’ chiaro che la scissione e’ un regalo al trasformismo”.

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RENZI DEBOLE Ma se cio’ fosse inevitabile? “Saremmo nella fase di ricomposizione attorno a Renzi o nel creare un’alternativa a Renzi. E l’alternativa a Renzi non e’ Emiliano”, dice ancora. “Ad oggi regge solo l’ipotesi Orlando che pero ormai si e’ smarcato dal segretario. Ma, anche qui, ritengo che se la costruzione dell’alternativa Orlando deve essere il frutto della sommatoria o della scomposizione di capicorrente che formano correnti, sara’ poca cosa. Considero Renzi molto debole oggi rispetto al quadro politico di qualche mese fa, ma cercare un’ alternativa a lui e’ faticoso. Chi dirigera’ questa fase deve capire che il sistema dell’assemblaggio non funziona piu’. Non si puo’ presentare una proposta politica sulla base di sistemi di potere, occorre guardare alla societa’, cosa che il Pd sembra aver dimenticato”. E soffermandosi sulla necessita’ di una svolta anche alla guida della Regione: “Crocetta e’ la vittima di alcune sue non scelte. Serve un progetto per la Sicilia che non puo’ essere affidato ai magistrati o agli ex magistrati orfani di guerrae di mafia, non puo funzionare piu. Oggi c’e’ una Sicilia vera che lavora e produce, e si vede rappresentata da Giletti o da Pif, mi sembra un’assurdita’”. Infine, con una scarna nota, il governatore della Regione siciliana, ha risposto a Panepinto. “Durante la conferenza stampa di venerdì scorso – ha detto Rosario Crocetta -, quando ho presentato il movimento #RiparteSicilia, ho esordito dicendo che è mia intenzione lavorare per unire il PD e non per dividere e che sono contrario alle scissioni”.

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