Pensioni decurtate fino a dicembre | INPS annuncia l’orrenda notizia: controlla se sei nella lista degli sfortunati

INPS - (pexels) - IlFogliettone.it

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Trattenute sulle pensioni da giugno, l’Inps avvia il recupero dei bonus indebiti, un disagio per molti pensionati.

A partire dal mese di giugno 2025, alcuni pensionati italiani potrebbero notare una trattenuta di 50 euro sul proprio cedolino mensile. Si tratta di una misura disposta dall’Inps per recuperare bonus economici che erano stati erogati tra il 2022 e il 2023 durante l’emergenza energetica e che, a seguito di controlli, sono risultati indebitamente percepiti. La notizia ha creato allarme tra i pensionati, soprattutto tra coloro che vivono con un reddito minimo e per i quali anche una piccola trattenuta rappresenta una difficoltà significativa.

Per comprendere la ragione di queste trattenute bisogna tornare ai mesi in cui l’Italia era alle prese con un’inflazione elevata e il caro bollette. All’epoca, il governo Draghi varò il decreto Aiuti, che prevedeva un bonus una tantum di 200 o 250 euro per lavoratori e pensionati con un reddito inferiore ai 35.000 euro. Successivamente, il decreto Aiuti ter introdusse un nuovo bonus da 150 euro, stavolta per i pensionati con redditi fino a 20.000 euro. I pagamenti furono eseguiti in modo automatico, sulla base delle informazioni disponibili nei database dell’Inps.

Tuttavia, l’Inps aveva fin da subito chiarito che i bonus sarebbero stati soggetti a verifiche successive, per accertare la correttezza dei requisiti reddituali dichiarati al momento dell’erogazione. Tali controlli si sono conclusi all’inizio del 2025, e hanno portato alla scoperta di alcuni casi in cui i requisiti non erano stati effettivamente rispettati. Chi ha ricevuto il bonus senza averne diritto sarà quindi tenuto a restituire l’importo ricevuto.

L’Istituto ha scelto di procedere in maniera graduale al recupero delle somme, per non gravare eccessivamente sui pensionati. Il metodo adottato consiste in una trattenuta mensile di 50 euro sulla pensione, che andrà avanti per un periodo variabile a seconda dell’importo da restituire. Nella maggior parte dei casi, il recupero si limiterà a due o tre mesi, ma per importi più alti potrà proseguire fino a dicembre 2025. Si tratta comunque di una misura limitata a un numero ristretto di pensionati, anche se l’impatto, per chi già fatica ad arrivare a fine mese, è rilevante.

Il cedolino di giugno rivela la trattenuta

La conferma ufficiale dell’eventuale trattenuta può essere trovata accedendo alla propria area personale sul sito dell’Inps, nel servizio dedicato al cedolino pensione. Qui, nella sezione delle trattenute, è riportato l’importo e la causale del prelievo. Questo strumento consente quindi di verificare anticipatamente se la pensione di giugno sarà ridotta rispetto al solito. Inoltre, è possibile incrociare i dati con quelli presenti nella sezione degli indebiti, che riporta eventuali comunicazioni pregresse inviate dall’Inps.

In realtà, chi è stato coinvolto nella restituzione del bonus avrebbe già dovuto ricevere comunicazione da parte dell’Inps nei mesi scorsi. L’Istituto, infatti, ha inviato avvisi specifici una volta terminati i controlli, indicando l’importo da restituire e la modalità prevista per il recupero. Tuttavia, non è da escludere che alcuni pensionati non abbiano notato queste comunicazioni, oppure che le abbiano ritenute di scarso rilievo. Ora, con il cedolino di giugno, la situazione diventa trasparente e ufficiale per tutti.

Pensionato - (pexels) - IlFogliettone.it
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Dubbi e controlli da parte dei pensionati

Vista la delicatezza della questione, molti pensionati stanno già controllando attentamente il proprio cedolino e le comunicazioni ricevute. È importante assicurarsi che la trattenuta sia effettivamente dovuta e che l’importo sia corretto. In caso di dubbi o discrepanze, è possibile rivolgersi ai patronati o contattare direttamente l’Inps per ottenere chiarimenti. In alcuni casi, se l’indebito non sussiste, è possibile presentare ricorso per ottenere la restituzione delle somme trattenute.

La vicenda riaccende il dibattito sull’efficacia e l’equità nella gestione dei bonus statali in tempi di crisi. Se da un lato la rapidità nell’erogazione degli aiuti ha permesso di sostenere famiglie e pensionati in difficoltà, dall’altro l’automatismo ha creato situazioni spiacevoli per chi ora si trova a dover restituire importi ricevuti per errore. Serve quindi maggiore chiarezza e precisione nei meccanismi di attribuzione dei benefici, affinché il sostegno sia sempre giusto e sostenibile.