Per Mattarella giornata alla Consulta e la visita della nipote

Per Mattarella giornata alla Consulta e la visita della nipote
30 gennaio 2015

Alla vigilia della votazione che potrebbe eleggerlo dodicesimo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha trascorso una giornata normale alla Corte Costituzionale. Chi lo conosce, infatti, lo descrive sempre preso e appassionato dal suo lavoro di giudice e anche in questo frangente del tutto particolare e unico lo ha sentito sereno e tranquillo quale che sarà l’esito della votazione di domani. Oggi poi, racconta ancora chi ha avuto modo di parlargli, ha ricevuto la vista della nipote Maria, la figlia di Piersanti a cui ha fatto da padre putativo fin dalla scomparsa del fratello.

Non è la prima volta che viene fatto il nome di Mattarella per il Quirinale, Pier Luigi Bersani, già nel 2013 aveva pensato di candidarlo ma poi ci rinunciò per cercare un accordo con Silvio Berlusconi. Anche per questo il diretto interessato non è probabilmente sorpreso da questa candidatura ma non è il tipo di politico, raccontano i parlamentari che gli sono rimasti vicini da quando ha intrapreso la carriera alla Consulta, che ambiva a raggiungere la carica istituzionale più alta. “Sente la responsabilità e l’onore del ruolo – dice Pierluigi Castagnetti, amico e compagno di partito per una vita – ma non ha brigato per avere questa candidatura. La sua caratteristica? La serietà, la competenza e l’equilibrio”.

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Del resto la sua storia politica inizia soltanto dopo, e probabilmente a causa, della uccisione del fratello per mano della mafia. Il suo carattere è prevalentemente mite e schivo, ricorda chi lo ha avuto come collega alla Camera nella legislatura 2006-2008, pur avendo un curriculum di tutto rispetto, era stato ministro e vicepremier, scelse di essere un semplice membro della commissione Esteri e guidò l’Ufficio giurisdizionale per il personale.

Mattarella era anche membro della giunta per le Elezioni e nel 2007 a lui fu affidata la dichiarazione di voto a nome dell’Ulivo in occasione del voto sulle dimissioni di Cesare Previti dal Parlamento che anticiparono sulla sua decadenza dalla carica di parlamentare in seguito alla condanna a sei anni nel processo Imi-Sir. “Non è possibile in alcun modo, con nessun argomento, complicare la realtà dei fatti che è, al contrario, estremamente semplice: un cittadino interdetto in perpetuo dai pubblici uffici non è più titolare dei diritti elettorali, non può più votare e di conseguenza non può più essere eletto, e se è già stato eletto ed è parlamentare decade dal suo mandato ai sensi dell’articolo 66 della Costituzione, ovvero si dimette. Non si tratta, colleghi, della vittoria di una parte sull’altra, si tratta semplicemente della verità dei fatti e di adempiere al dovere – al nostro dovere in questa circostanza – di rispettare le regole poste dalla Costituzione e dalla legge”.

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Da quando è stato eletto, proprio dal Parlamento, alla Corte Costituzionale nel 2011, Mattarella, amante dello studio e della materia, (ha anche insegnato anche diritto parlamentare), si è dedicato esclusivamente a questa attività e ha eliminato del tutto le sue già sporadiche dichiarazioni alla stampa. Vive tra Roma, (dalla morte della moglie si è sistemato nella foresteria della Corte Costituzionale), e Palermo, dove si trova ancora gran parte della sua famiglia.

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