Propaganda Isis su Fb, espulsi 5 macedoni a Gorizia. L’affondo del magistrato: speriamo di non ritrovarli qui

Propaganda Isis su Fb, espulsi 5 macedoni a Gorizia. L’affondo del magistrato: speriamo di non ritrovarli qui
2 ottobre 2016

Propaganda all’Isis su Facebook e messaggi che inneggiano alle torture e agli attentati in Europa: cinque macedoni, tra cui una donna, residenti in provincia di Gorizia, sono stati espulsi con decreto firmato dal ministro dell’Interno Angelino Alfano. “In esecuzione di un mio decreto – ha reso noto lo stesso Alfano – sono stati espulsi, per motivi di sicurezza nazionale, cinque cittadini macedoni che risiedevano a Ronchi dei Legionari, in provincia di Gorizia, a seguito di lunghe e complesse indagini avviate due anni fa dalla Digos di Trieste e dalla Procura della Repubblica su un account Facebook, dove venivano postati innumerevoli video e documenti a sostegno dell’autoproclamato Stato islamico”. Gli approfondimenti eseguiti sul profilo social hanno infatti – ha spiegato Alfano – permesso di individuarne il titolare (un 28enne macedone) e di estendere le attivita’ investigative ad altri soggetti che utilizzavano le proprie pagine Facebook per acquisire e diffondere messaggi di propaganda jihadista. In particolare, sono stati individuati due fratelli macedoni di 31 e 28 anni, cognati del titolare del profilo, insieme ai quali, tra l’altro, gestiva una societa’ che operava nel settore dell’edilizia. “Le attivita’ investigative – ha sottolineato Alfano – hanno documentato l’odio ideologico-religioso che accomunava questi stranieri, nonché il padre dei due fratelli, di 52 anni, e la moglie trentaduenne di uno di loro, tutti fanatici seguaci dell’autoproclamato Califfato, che piu’ volte avevano parlato con disprezzo dell’imam e della comunita’ islamica locale perché ritenuti ‘moderati’ e aperti agli influssi occidentali”. Inoltre, “gli stranieri monitorati avevano esternato la loro esultanza in occasione dei diversi, recenti attacchi terroristici compiuti in Europa e avevano sempre giustificato le azioni dei miliziani dello Stato islamico, anche le piu’ crudeli, come le torture e le esecuzioni dei prigionieri”.

Con le espulsioni dei 5 cittadini macedoni – ha ricordato Alfano – eseguite dalle questure di Trieste e Gorizia, sale a 121 il numero degli estremisti islamici espulsi dal gennaio 2015, di questi 55 eseguiti nel corso di questo anno. “Il nostro lavoro di prevenzione riveste una grande importanza nel contrasto al terrorismo”, ha sottolineato il ministro dell’Interno, aggiungendo: “Proseguiamo, quindi, su questa strada perché consideriamo la prevenzione uno degli strumenti strategici per diminuire il livello di rischio terrorismo in Italia, anche se nessun Paese, lo ripeto, oggi puo’ dirsi a rischio zero”. Intanto, il Procuratore di Trieste, Carlo Mastelloni, interpellato dall’ANSA fa sapere che “in un’ottica di polizia giudiziaria la Digos della Questura di Trieste ha ben operato, ma l’indagine giudiziaria si è arenata di fronte al vaglio critico del Gip che non ha ravvisato la sussistenza degli indizi idonei a configurare il reato attribuito agli indagati”. E ancora. “Alla stregua dei parametri che concernono la sicurezza pubblica, parametri sussidiari, l’espulsione ha avuto una strada più agile, garantita dall’avallo del giudice di pace. Ne è seguita a livello centrale l’intervento del ministro dell’Interno”, ha aggiunto Mastelloni. Poi l’affondo: i cinque macedoni “sono stati scortati dalla Digos fino a Roma da dove una scorta internazionale li porta in Macedonia. Salvo a non ritrovarceli qui, sotto mentite spoglie, tra qualche mese”.

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