Prove ‘lista’ centro, ma Ncd si spacca. Fronte alfaniano dice no a Verdini e c’è chi guarda Parisi

Prove ‘lista’ centro, ma Ncd si spacca. Fronte alfaniano dice no a Verdini e c’è chi guarda Parisi
2 agosto 2016

Alfano, D’Alia, Portas, Tosi, Verdini e Zanetti hanno ufficializzato la loro presenza alla riunione di oggi a Montecitorio per la costituzione dei comitati per il si’. L’obiettivo dei leader dei partiti dell’area di centro e’ la costituzione di un intergruppo, con la possibilita’ di unire le forze anche in Parlamento e di discutere ad una piattaforma comune per le prossime elezioni. Venerdi’ scorso e’ stato il ministro dell’Interno a spiegare ai suoi che in questa fase non occorre fare “sfumature” perche’ “altri potrebbero farle a noi”. Ma non tutti in Ncd sono disponibili “all’abbraccio” con Verdini. Tra questi anche i ministri Costa e Lorenzin, riferiscono fonti parlamentari, sono critici sull’eventualita’ di sposare un progetto futuro con l’ex coordinatore azzurro. “Mi auguro che questo incontro non sia il preludio per un accordo politico con Verdini”, si limita a dire il ministro per la Famiglia che non sara’ presente all’iniziativa. Pure il ministro della Salute non ci sara’, anche se alcuni centristi riferiscono che la ‘frenata’ riguarda soprattutto la possibilita’ di un ‘connubio’ post-referendum. Oggi occorrera’ capire quanti si presenteranno alla Sala Regina di Montecitorio per comprendere il ‘timing’ dell’operazione di centro. Perche’ la convinzione in Ala e in Scelta civica e’ che l’incontro sara’ la prova di una ‘lista elettorale’ e che e’ arrivato il momento delle scelte anche per Ncd.

Per i verdiniani e i parlamentari vicini a Zanetti occorre una scelta di campo, a partire dai futuri ruoli. Il leader non potra’ che essere Renzi, qualora il premier decidesse di modificare la legge elettorale dopo la consultazione delle riforme, e in ogni caso “non c’e’ nessun capo”. “No ad una foto di gruppo con Verdini”, calca la mano un altro ‘big’ di Ncd: “E’ un’operazione di palazzo, siamo andati via dal Pdl, non e’ possibile ritornare a parlare con chi e’ stato uno dei motivi del nostro addio”. Alfano pero’ in un’intervista ha spiegato di voler tenere unito il partito, di essere il garante delle varie posizioni interne. Perche’ un’ala guarda gia’ a Parisi e pensa che possa essere lui l’interlocutore per il dialogo con FI o addirittura il ‘Papa straniero’, non del partito azzurro ma dell’intera area epurata dalla Lega e da Fdi; un’altra parte del partito, invece, chiude al dialogo con l’ex coordinatore di Confindustria. Hanno assicurato la loro partecipazione oggi gli esponenti dell’Udc, ma non ci saranno molti senatori di Ncd che contestano la linea del partito sul referendum. Tra questi Formigoni e Schifani. Superate, invece, alcune resistenze che si erano registrate nel partito per l’allargamento della partita anche a Portas (che fa parte del Pd) e a Tosi.

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